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NREL: idroelettrico a pompaggio, la soluzione d’accumulo con minori emissioni

Il pompaggio idroelettrico offre il più basso potenziale di riscaldamento globale rispetto alle batterie a litio, al piombo, di flusso e ai sistemi d'accumulo ad aria compressa

idroelettrico a pompaggio
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Il NREL ha valutato il ciclo di vita dell’idroelettrico a pompaggio

(Rinnovabili.it) – L’accumulo di rete ha oggi diverse opzioni tecnologiche fra cui scegliere con efficienze, durate e vantaggi diversi. Dai sistemi ad aria compressa a quelli basati sulla gravità, dalle tradizionali batterie al litio a quelle di flusso, passando per innovativi sistemi elettrochimici. Ma quando si tratta di ciclo di vita, qual è la soluzione migliore? Se lo sono chiesto gli scienziati del National Renewable Energy Laboratory (NREL), una delle braccia di ricerca del Dipartimento statunitense dell’Energia.

Nel dettaglio gli esperti dello Strategic Energy Analysis Center del NREL volevano capire quale fosse il potenziale di riscaldamento globale di ogni tecnologia di accumulo per la rete, al fine di valutarne il contributo agli obiettivi di decarbonizzazione. Il risultato? L’analisi del ciclo di vita ha dimostrato che l’idroelettrico a pompaggio rappresenta il minor emettitore di gas serra.

“Non tutte le tecnologie di energy storage forniscono gli stessi servizi”, ha affermato Daniel Inman, co-autore dello studio. “Abbiamo esaminato l’accumulo tramite aria compressa, che consente lo stoccaggio di energia su scala di rete e fornisce servizi come l’inerzia e la resilienza dell’infrastruttura. Ma l’energia idroelettrica a ciclo chiuso rappresenta circa un quarto delle emissioni di gas serra di quelle dell’aria compressa.”

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Studiati 39 progetti di idroelettrico a ciclo chiuso

Nell’esaminare l’idroelettrico a pompaggio, i ricercatori hanno modellato i loro risultati sulla base di 39 progetti preliminari proposti negli Stati Uniti, considerando una potenza media di 835 MW e una capacità di 2.060 GWh/anno. Lo scenario di base presupponeva inoltre che il mix energetico provenisse interamente da fonti rinnovabili.

I ricercatori hanno quindi calcolato il potenziale di riscaldamento globale (GWP) attribuito a 1 kWh di elettricità immagazzinata consegnata al punto di connessione della sottostazione di rete più vicino. Hanno stimato che il GWP per l’energia idroelettrica con pompaggio varia da 58 a 502g di CO2eq per kWh, con una media di 86g nel caso base. Il valore più basso se confrontato con le altre tecnologie.Il team ha anche evidenziato come alcune decisioni in fase di pianificazione possano avere un impatto sostanziale. Ad esempio, costruire su un’area dismessa anziché su un’area verde può ridurre il GWP del 20%. I risultati sono stati pubblicati su Environmental Science & Technology (testo in inglese).

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.