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I giganteschi piani cinesi per l’idroelettrico a pompaggio

La China State Grid Corp investirà 5,6 miliardi di dollari nella realizzazione di cinque centrali idroelettriche per migliorare la gestione delle energie rinnovabili

idroelettrico a pompaggio

 

Il Gigante asiatico vuole sviluppare almeno 40 GW di idroelettrico a pompaggio entro il 2020

(Rinnovabili.it) – Il boom delle energie rinnovabili in Cina ha portato alla luce diversi problemi, primo fra tutti un sistema energetico ancora poco capace di mantenere quella flessibilità infrastrutturale necessaria all’integrazione delle fer. Al punto che lo scorso anno la nazione è stata costretta a rinunciare al 3,6% dell’energia solare prodotta e ben il 8,7% dell’eolico, per impossibilità di gestire i carichi. L’alto curtailment (letteralmente “riduzione”), ossia il tasso di energia rinnovabile sprecata quando la rete non è in grado di assorbire il surplus degli impianti fotovoltaici o eolici, ha spinto il governo cinese a prendere una serie di contromisure. E dopo le nuove quote minime obbligatorie di fer per le regionilinee elettriche ad altissima tensione, oggi si passa ad incrementare la capacità di energy storage.

 

La China State Grid Corp, l’azienda stata che si occupa della trasmissione dell’energia, ha annunciato oggi che investirà 38,7 miliardi di yuan, ossia più di 5,6 miliardi di dollari, nella realizzazione di 5 centrali idroelettriche a pompaggio. L’obiettivo è facilitare il sistema nazionale, oggi bloccato tra la spinta di Pechino per l’aumento delle green energy e il consumo, impiegando gli impianti per accumulare l’energia rinnovabile quando la domanda è bassa.

Le cinque centrali saranno situate nelle province di Jilin, Hebei, Shandong e Zhejiang e nella regione dell’estremo ovest dello Xinjiang, e avranno una potenza combinata di 6 GW. La società, che può contare  su 19,23 GW di idroelettrico a pompaggio, prevede una fine lavori per il 2026.

A livello nazionale Pechino mira a sviluppare circa 40 gigawatt di capacità di stoccaggio idroelettrico entro il 2020.

 

In realtà la tecnologia sta conoscendo una nuova primavera in diverse parti del mondo. “I sistemi di accumulo idroelettrici rappresentano oltre il 94 per cento della capacità di stoccaggio globale di energia, prima degli ioni di litio e di altre forme di accumulo”, spiega Nicholas Troja, analista senior presso l’International Hydropower Association. “(La tecnologia) svolgerà un ruolo fondamentale nella transizione verso l’energia pulita sostenendo le rinnovabili variabili, riducendo le emissioni di gas serra e fornendo stabilità alle reti elettriche”. L’associazione stima che entro il 2030 entreranno in servizio altri 78 GW di idroelettrico a pompaggio a livello mondiale, una quota in cui la Cina giocherà un ruolo da protagonista.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.