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Hypos, come gestire l’energia idroelettrica dallo spazio

Hypos

Foto di William James da Pixabay

HYPOS Introduction

(Rinnovabili.it) – L’energia idroelettrica è la fonte rinnovabile numero uno al mondo. E nonostante i 140 anni di storia alle spalle (la prima centrale è entrata in funzione nel 1882), il settore presenta ancora oggi potenzialità inesplorate. Ma la valutazione economica ed ecologica dei bacini idroelettrici ha bisogno di dati precisi.

Quando si pianificano nuovi impianti è necessario prendere in considerazione una serie di parametri fondamentali come la quantità e composizione dei sedimenti trasportati e depositati nel bacino stesso. Peccato che non sempre questi dati risultino disponibili in fase di pre-progettazione, soprattutto in caso di aree estese.

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Per risolvere il problema è stato lanciato il progetto europeo Hypos (HYdro-POwer-Suite). L’iniziativa, condotta da consorzio internazionale, ha creato un strumento online per l’industria idroelettrica che combina le tecnologie di osservazione satellitare della Terra (EO) con la modellazione idrologica ed eventuali informazioni in loco. Rendendo possibile in tal modo una pianificazione e un monitoraggio dell’ambiente e degli investimenti più accurata e a un costo molto più basso di un’indagine sul campo.

Nel dettaglio, il portale Hypos offre un semplice accesso ai dati più importanti ai fini della valutazione ambientale e della rendicontazione: dai volumi di afflusso/deflusso, alla gestione dei sedimenti (ad es. risciacquo o dragaggio), dai tassi di evaporazione a quelli di erosione degli argini e del letto, passando per le informazioni sul fitoplancton e sviluppo della vegetazione acquatica superiore. Monitorando quasi in tempo reale le attività di gestione dei sedimenti (ad es. concentrazioni di sedimenti a valle).

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In altre parole, la soluzione permette una pianificazione strategica dell’energia idroelettrica a livello di bacino. Il portale è stato finora testato presso la Diga di Gebidem,  la Centrale idroelettrica di Verbois/Chancy Pougny in Svizzera, la Centrale idroelettrica di Enguri in Georgia e la centrale idroelettrica di Banja in Albania. Al progetto ha preso parte anche l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) del CNR.

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