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Giro dell’acqua: alla scoperta dell’idroelettrico sostenibile ed innovativo

In occasione del Giro di Lombardia, sponsorizzato da Enel Green Power, l’azienda ha aperto le porte del suo complesso idroelettrico in Val Seriana a tre digital creator legati al mondo del ciclismo, per parlare di montagna, natura ed energia e mostrare il ruolo dell'idroelettrico nella transizione energetica

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Credits: Enel Green Power

Giro dell’Acqua, il primo evento di Influencer Activation di EGP

(Rinnovabili.it) – Cosa ha in comune uno sport come il ciclismo su strada con la produzione di energia pulita e rinnovabile? La risposta è semplice: la natura. Quella che avvolge i percorsi battuti dalle due ruote, e quella che da oltre un centinaio di anni permette all’uomo di generare elettricità senza emissioni. Ad evidenziare il punto di contatto fra i due mondi è stato il Giro dell’Acqua, una due giorni creata da Enel Green Power per affiancare il Giro di Lombardia, di cui l’azienda è stata sponsor. Un evento realizzato ad hoc, che ha fatto incontrare sport e sostenibilità su un terreno molto particolare: quello dell’idroelettrico, la tecnologia verde che vanta la più lunga tradizione in Italia.

Il Giro dell’Acqua ha coinvolto Elisa Scarlatta, Marco Aurelio Fontana e Omar Martinello– digital creator ed influencer del mondo sportivo – in un progetto finalizzato a creare consapevolezza sul ruolo dell’energia idroelettrica nell’attuale transizione energetica. 

Dopo aver preso parte al Gran Fondo Lombardia, i tre creator hanno avuto la possibilità di visitare gli impianti dell’azienda. Il tour è partito dalla Centrale dei Dossi a ValBondione, in Val Seriana, per risalire fino alla Diga del Barbellino, una delle due opere idrauliche di sbarramento le cui acque alimentano il complesso. Passando ovviamente per le maestose cascate del fiume Serio, le più alte d’Italia e le seconde in Europa, aperte solo cinque volte l’anno. 

L’importanza della sostenibilità idrica

La scelta di realizzare il primo evento di Influencer Activation di EGP e di veicolare con linguaggi moderni la tecnologia rinnovabile “più antica” al mondo, rispecchia quella necessità di riscoperta e rinnovamento che continua a caratterizzare la stessa energia idroelettrica e il lavoro dell’azienda in questo campo. La centrale dei Dossi ne è un fulgido esempio. La sua costruzione risale agli anni ‘20 del secolo scorso ma ancora oggi è una componente fondamentale della produzione idroelettrica nazionale, fornendo oltre 148 milioni di kWh l’anno. L’impianto viene alimentato dalle acque accumulate tramite le dighe di Barbellino e Valmorta ad una quota sopra i 1.800 metri, e convogliate ad un bacino di carico tramite canali, gallerie e impianti di pompaggio. Per poi arrivare tramite condotte forzate fino alle turbine idroelettriche. Quindi le acque defluiscono in un bacino di compenso, prima di essere progressivamente rilasciate verso valle.

Si tratta di un sistema semplice e complesso nello stesso tempo, in grado di fornire sicurezza energetica e valore locale ma che oggi deve rispondere ad alcune sfide non indifferenti. La Centrale dei Dossi così come i grandi impianti idroelettrici italiani hanno almeno 70 anni di storia alle spalle. E oggi fare i conti con i segni del tempo significa anche affrontare gli impatti crescenti dei cambiamenti climatici. La tecnologia idroelettrica rappresenta infatti una soluzione energetica inesauribile solo fintanto che il ciclo dell’acqua continua a funzionare. 

Ecco perché oggi tutelare l’oro blu  risulta fondamentale non solo per il benessere umano, ma anche per la sicurezza energetica e la transizione ecologica.

Non solo. Come mostrato dal Giro dell’Acqua esiste una chiara relazione tra idroelettrico, natura, territorio e turismo. Grazie ad una regolazione estremamente precisa dell’acqua rilasciata, i bacini idroelettrici comportano, infatti, diversi benefici per la biodiversità locale. Questi sistemi consentono un arricchimento della vegetazione, riequilibrano la presenza di animali nell’area circostante e contribuiscono a mantenere puliti corsi e fiumi..

E questa estate in Lombardia i punti di raccolta idroelettrici hanno dato una preziosa mano anche all’agricoltura, garantendo una portata compatibile con le minime esigenze irrigue e salvando la stagione dalla siccità. Allo stesso tempo le dighe hanno creato (e continuano a farlo) nuovi percorsi eco-turistici e sportivi, garantendo la manutenzione e la protezione di quelli esistenti. Una situazione doppiamente vincente per il territorio, ma che richiede un impegno continuo.

Idroelettrico, quando innovazione fa rima con sostenibilità

Attraverso un processo di continua innovazione e modernizzazione Enel Green Power sta permettendo ai suoi impianti di rimanere al passo coi tempi e di migliorare ulteriormente l’efficienza (attualmente già sopra l’80%), la sicurezza e le performance economiche. Un impegno continuo che, attraverso digitalizzazione e nuove tecnologie intelligenti, mira a rendere il comparto più flessibile e longevo.

 Strumenti come il programma HydroFlex che ha permesso di superare uno dei limiti più comuni delle tradizionali turbine idroelettriche: la necessità di ruotare a una velocità che dipende dalla frequenza della rete elettrica. Raggiungere questa velocità richiede una quantità d’acqua minima nei bacini che, in situazioni di siccità come quelle vissute quest’anno, può risultare difficile mantenere. Attraverso il programma sono stati sviluppati e testati nuovi componenti in grado di ridurre la quantità minima di acqua richiesta e migliorare l’operatività.

Non solo. L’azienda ha messo punto negli anni una lunga serie di soluzioni smart con cui incrementare efficienza e sostenibilità: dal modello di manutenzione predittiva, ad sistema innovativo per il dragaggio dei detriti che restano ciclicamente nei bacini d’acqua , passando per una  innovativa rete di sensori wireless in grado di raccogliere, analizzare e trasmettere in tempo reale ogni informazione sullo stato di un impianto.

O ancora, Oculus, nato dall’Innomaker di Enel Green Power e oggi in attesa di brevetto.  Oculus, è un robot, piccolo e flessibile, che può essere impiegato nell’ispezione di spazi angusti e poco accessibili. È in grado di condurre analisi preliminari delle tubazioni, grazie alla dotazione di sensori termici, HD e di spessore, un sistema di modellizzazione 3D e di una fotocamera ad alta risoluzione.

In collaborazione con Enel

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.