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Idroelettrico e fv galleggiante, fino a 7,6TW da sviluppare nel mondo

Il NREL ha valutato le potenzialità della generazione di energia da centrali solari costruite sull'acqua dei bacini idroelettrici

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Credits: EDP

(Rinnovabili.it) – L’industria idroelettrica sta iniziando a rendersi conto della significativa opportunità presentata dal retrofit solare. Sempre più spesso, infatti, i serbatoi e i bacini idroelettrici sono sfruttati come nuova superficie d’installazione dei moduli, seguendo il nuovo trend del fv galleggiante.

In generale, il settore è ancora un nicchia ma a fine 2019 contava già 2,4 GW di pannelli a “mollo” in 35 paesi nel mondo. Laghi artificiali, ex cave minerarie inondate, impianti di stoccaggio idrico e dighe sono divenute il nuovo “terreno” dei pannelli solari. Contagiando prima i paesi dell’Asia Pacifico (Giappone, Cina, Corea del Sud, Thailandia, Taiwan), poi le Americhe e l’Europa.

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A fare da traino non sono sbolle nuove strategia di decarbonizzazione. I Paesi dove la tecnologia è cresciuta di più – e dove probabilmente continuerà a dominare –  sono in gran parte quelli in cui la disponibilità di terra è limitata o dove i costi per l’uso del suolo sono esorbitanti.

Tra le leve di sviluppo ci sono, ovviamente, anche i benefici economici soprattutto quando si parla di  l’integrazione con l’idroelettrico. Diversi impianti di fv galleggiante vengono oggi installati su bacini delle dighe, in maniera da sfruttare l’infrastruttura di trasmissione esistente, semplificando i lavori di interconnessione.

Ma qual è il vero potenziale di queste strutture ibride? A rispondere alla domanda è oggi un gruppo di ricercatori del National Renewable Energy Laboratory (NREL), negli Stati Uniti. Il team ha pubblicato su Renewable Energy un articolo in cui valuta i benefici di questo mix energetico. Nel dettaglio, gli scienziati hanno analizzato tre tipologie di impianti: sistemi in cui i pannelli solari e centrale idroelettrica sono co-localizzati ma gestiti e ottimizzati separatamente; sistemi ibridi virtuali, dove le due produzioni energetiche sono localizzate in siti differenti ma ottimizzate attraverso accordi bilaterali; e sistemi ibridi perfettamente integrati in cui gestione e funzionamento sono “accoppiati”.

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Il risultato? “Identifichiamo un potenziale significativo a livello globale per il fv galleggiante ibridato con l’energia idroelettrica che va da 3,0 TW a 7,6 TW (da 4.251 TWh a 10.616 TWh di generazione annuale)”, ipotizzando però una gestione coordinata e una copertura del 20% del bacino con moduli.