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Il Friuli studia l’idea d’una società regionale per l’idroelettrico

Per il territorio significherebbe alzare la guardia sulla questione ambientale “con una puntuale attenzione, per esempio, alla manutenzione degli invasi e corsi d'acqua o al deflusso ecologico dei corsi d'acqua"

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Idroelettrico: L’idea del FVG per superare il fermo delle gare per le concessioni

(Rinnovabili.it) – Creare una società regionale che si faccia carico del parco idroelettrico locale, lì dove le concessioni agli impianti abbiano esaurito il loro tempo. Questa l’idea del Friuli Venezia Giulia che si appresta a percorre un cammino simile a quello del Trentino Alto-Adige. A spiegarne dettagli e finalità è stato Fabio Scoccimarro, assessore regionale all’Ambiente ed Energia in un recente incontro con il sindaco di Cavasso Nuovo, Emanuele Zanon. “Fin dalla prima settimana dal mio insediamento – ha commentato l’assessore – sono state effettuate valutazioni tecnico-giuridiche sulla possibilità di attuare un percorso simile a quello delle Province autonome di Trento e Bolzano (Dolomiti Energia, Alperia) con la creazione di una società partecipata che assuma in proprietà e gestione gli impianti idroelettrici le cui concessioni sono scadute o scadranno nei prossimi anni”.

 

La Giunta regionale sta preparando lo studio di fattibilità, per il quale è già stata predisposta una posta a bilancio. A fronte di una risposta positiva, la Regione potrebbe creare una società pubblica a prevalente partecipazione regionale avente come oggetto sociale l’acquisizione degli asset energetici locali e che gestisca produzione, trasmissione, trasformazione, distribuzione e vendita di energia elettrica degli impianti. Per Scoccimarro, l’iniziativa “avrebbe molte ripercussioni positive sul territorio, non solo economiche”.

 

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Per l’amministrazione sarebbe un modo per aumentare le entrate, reinvestendo le risorse in “servizi per il cittadino e incentivi per la montagna”. Per il territorio stesso significherebbe invece alzare la guardia sulla questione ambientale “con una puntuale attenzione, per esempio, alla manutenzione degli invasi e corsi d’acqua o al deflusso ecologico dei corsi d’acqua, in un contesto in cui l’acqua per troppo tempo è stata data per scontata”. Non solo. Come spiega Scoccimarro, l’approccio “permetterebbe di superare il ‘fermo’ delle gare per le concessioni che, a causa dell’inerzia statale, potrebbe incorrere in una sanzione europea, con ricadute inevitabili anche per il Friuli Venezia Giulia”.

D’altra parte l’idroelettrico è al cuore della strategia energetica verde della Regione. In FVG i consumi elettrici sono coperti per quasi il 30% da produzione di energia rinnovabile e la sola fonte idroelettrica incide per il 55% sulla totalità delle green energy al punto da rendere la regione la settima in Italia per potenza idro installata.