Verso centrali idroelettriche più sicure per la fauna
(Rinnovabili.it) – Centrali idroelettriche, croce e delizia delle politiche verdi. Da un lato rappresentano uno strumento importante per la decarbonizzazione energetica, producendo elettricità a zero emissioni in maniera più affidabile di eolico e fotovoltaico. Dall’altro portano con sé un impatto ambientale considerevole, soprattutto su grande scala. Bloccano i fiumi, modificano gli habitat acquatici e ostacolano la migrazione dei pesci, che possono rimanere feriti o persino uccisi durante il passaggio.
Gli impianti più nuovi mirano a mitigare questi effetti ma, per le vecchie centrali idroelettriche, i problemi rimango. Con l’obiettivo di trovare una soluzione al problema, nel 2016 è stato lanciato il progetto di ricerca FIThydro. L’iniziativa ha riunito 26 istituti di ricerca e aziende europee con l’obiettivo di migliorare le strategie di mitigazione dell’impatto. E lo ha fatto studiando 17 siti in otto paesi per valutare gli effetti degli impianti idroelettrici su ecosistemi e fauna ittica.
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Oggi il progetto presenta i suoi risultati, tra cui un sistema di protezione e guida per i pesci creato dal laboratorio di Idraulica, Idrologia e Glaciologia dell’ETH di Zurigo. “È importante incorporare una progettazione specifica per il passaggio dei pesci che tenga conto delle esigenze vitali delle specie locali, delle condizioni idrauliche del sito e della disposizione di ogni particolare centrale elettrica”, spiega Robert Boes, professore di ingegneria idraulica e capo del laboratorio svizzero.
Osservando l’impianto di Schiffmühle sul fiume Limmat e l’impianto di Bannwil sul fiume Aare, i partner elvetici del progetto hanno inizialmente valutato l’impatto ambientale delle centrali idroelettriche e di alcune azioni di ristrutturazione. “Volevamo identificare le lacune scientifiche e scoprire come migliorare la situazione attuale e le misure già implementate”, aggiunge Boes. Si è così scoperto che il passaggio attraverso gli impianti può essere pericoloso per gli animali non solo a causa delle turbine: quando arrivano a livello degli sbarramenti, i pesci possono anche essere feriti dalle forti correnti nel bacino di sedimentazione o perdere l’orientamento, rendendosi facili target per i predatori.
“I nostri risultati possono aiutare, ad esempio, a sviluppare turbine compatibili con i pesci, ad adattare il funzionamento delle centrali elettriche durante i periodi di migrazione migliorando la progettazione delle dighe per un passaggio sicuro”, spiega Ismail Albayrak, responsabile del progetto presso il laboratorio dell’ETH.
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Per aiutare gli animali a oltrepassare oltre le centrali idroelettriche in tutta sicurezza, il team ha sviluppato un sistema di bypass a cremagliera con barre curve. Queste creano vortici locali che guidano il pesce lontano dalla rastrelliera e verso il passaggio protetto. “Il successivo passo logico è un impianto idroelettrico pilota e dimostrativo, in cui vogliamo testare un il sistema di bypass in condizioni reali”. FIThydro è stato ufficialmente completato alla fine del 2020 e dal 17 al 18 marzo terrà una conferenza internazionale finale per presentare i risultati.