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La guerra si fa meglio con le energie rinnovabili

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(Rinnovabili.it) – Con le rinnovabili si può fare la guerra meglio che con i combustibili fossili. Se gli accorati appelli alla giustizia climatica e alla pace durante la COP 21 non hanno smosso la politica di un millimetro, i governi riuniti nell’alleanza militare della NATO hanno deciso di aumentare gli investimenti nelle energie pulite per scopi bellici.

Rinnovabili ed efficienza energetica, spiega la NATO nel suo nuovo rapporto annuale, «riducono il rischio» per le truppe in conflitto. «La NATO sta lavorando per migliorare l’efficienza energetica delle sue forze e aumentare l’uso di energia rinnovabile nelle forze armate. […] Le soluzioni Smart Energy permettono non solo di risparmiare denaro utilizzando meno carburante, ma possono anche salvare la vita dei soldati», ha scritto nel dossier la coalizione di 28 Paesi.

 

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Pannelli solari roll-up, reti intelligenti e lampadine a led o speciali tende isolate con carburo di alluminio sono solo alcune delle soluzioni su cui puntare per rispondere alle enormi richieste di energia della macchina militare. Il fotovoltaico a film sottile può essere arrotolato come un tappeto e caricato su un rimorchio in tempi rapidi, mentre una giacca che pesa meno di un chilo, equipaggiata con un sistema di alimentazione, può fornire energia alle attrezzature di un soldato per 24 ore.

La guerra si fa meglio con le energie rinnovabiliSecondo la NATO, tra il 2003 e il 2007 circa tremila soldati sono stati uccisi o feriti in attacchi a convogli di petrolio o acqua in Afghanistan e in Iraq, mentre trasportavano carburante alle strutture di generazione energetica delle basi militari.

 

Il Pentagono è il primo consumatore al mondo di carburante tra le entità non statali, con un bilancio previsto di 12,9 miliardi di dollari per il 2016. La scorsa settimana la US Navy ha schierato la sua Great Green Fleet alimentata con biocarburanti.

Sostituire benzina e gasolio con energia da pannelli solari, turbine eoliche e batterie ricaricabili, in questo caso, non ha lo scopo di evitare il cambiamento climatico. Serve solo a rendere più sicuro e meno costoso (anche in termini di vite) il compito delle truppe: sconfiggere il nemico.

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