L’impianto a carbone di Widows Creek in Alabama sta per chiudere. Ma Google lo riutilizzerà per ospitare il suo nuovo data center alimentato a rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Il nuovo data center di Google è uno sberleffo alle fonti fossili. L’azienda Californiana ha deciso, infatti, non solo di alimentare il sistema interamente con energie rinnovabili, ma addirittura di collocarlo dentro una centrale a carbone in pensione.
L’annuncio di questo doppio schiaffo al passato, Google lo ha dato ieri sul suo blog ufficiale. Il data center riutilizzerà l’impianto di Widows Creek prossimo al pensionamento. Un colosso da 1.600 MW con un camino da 305 metri, che sorge nella contea di Jackson, in Alabama.
I centri di elaborazione dati necessitano di infrastrutture solide per funzionare in modo efficiente 24 ore al giorno per 7 giorni su 7. Secondo Patrick Gammons, Senior Manager di Google, «ci sono grandi potenzialità nella riqualificazione di grandi siti industriali come le ex centrali a carbone».
In particolare, l’azienda ha intenzione di utilizzare le numerose linee di trasmissione elettrica di un impianto come Widows Creek, al fine di portare «una grande quantità di energia da fonti rinnovabili» capace di alimentare il nuovo data center. Secondo Gammons, tramite «un accordo con la Tennessee Valley Authority», l’utility elettrica di Google, «saremo in grado di testare nuovi progetti che impiegano le rinnovabili e di lavorare con la TVA per portare l’energia sulla loro rete elettrica».
La strategia della multinazionale californiana è volta a garantire che tutti i suoi centri di elaborazione dati – tra cui quello di Widows Creek – vengano alimentati al 100% dalle energie pulite. La mossa pubblicitaria dell’insediamento nelle centrali a carbone chiuse è senza dubbio azzeccata, poiché da una parte rinverdisce l’immagine dell’azienda, dall’altra farà schiumare di rabbia i convinti sostenitori di una tecnologia inquinante e superata.
«Il data center di Google in Alabama è l’emblema di quanto rapidamente la nostra economia energetica può cambiare in meglio», ha subito rilanciato David Pomerantz, esperto campaigner di Greenpeace.
Il versante dell’approvvigionamento energetico, tuttavia, è solo una parte della “componente sostenibilità” nel centro dati di Google. Esso includerà anche tecnologie per l’efficienza energetica, che l’azienda ha già adottato e implementato per altri progetti. Rispetto a cinque anni fa, a detta del Senior Manager Patrick Gammons, «con lo stesso impiego di energia Google ora ottiene una potenza di calcolo 3.5 volte superiore».