Ricci: “evidente la riduzione del divario con il centro Europa, legato alla riduzione dei prezzi di gas e rinnovabili''
(Rinnovabili.it) – La profonda distanza esistente tra Italia ed Europa sul fronte dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica si è ridotta. Lo rivela la Relazione Annuale 2013 presentata oggi a Roma dal Gestore dei Mercati Energetici (GME), in un appuntamento quest’anno focalizzato sull’analisi delle problematiche legate all’attuazione del Regolamento REMIT e alla sorveglianza dei mercati nel quadro dei mercati organizzati. Nel suo intervento, Massimo Ricci, a.d. del Gestore ha sottolineato come il prezzo medio dell’energia elettrica in borsa nel 2013 sia calato arrivando a 62,99 euro per MWh. In quello che è stato definito dallo stesso Ricci come un anno “impegnativo” per le economie europee ed in particolare per i mercati dell’energia “risulta evidente la riduzione del divario con il centro Europa, legato alla riduzione dei prezzi di gas e rinnovabili”.
Lo scorso anno infatti si è interrotta la pluriennale tendenza al rialzo dei prezzi medi nel mercato elettrico: si è tornati ai minimi dal 2006 con un valore di 62,99 euro per MWh, indice di una contrazione del 16,6%. Una flessione che si è riproposta anche nel 2014 con un prezzo medio di 52,39 euro per MWh che ha caratterizzato i primi tre mesi dell’anno. La causa? Il legame sempre più forte del prezzo spot power, ovvero il prezzo pattuito per la consegna immediata di energia, alle quotazioni spot indicate al Punto di Scambio Virtuale (PSV) e alla piattaforma per il bilanciamento del gas naturale (PBGAS), insieme ovviamente alla persistente crescita delle fonti rinnovabili non programmabili.