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Nucleare: il Giappone festeggia 12 mesi senza atomo

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(Rinnovabili.it) – Ogni scusa si sa, è buona per festeggiare, ma stavolta il Giappone ha di che essere fiero! Proprio ieri infatti il paese ha festeggiato un anno senza nucleare e senza black out. La decisione di spegnere i reattori, seppur in parte sofferta, si è rivelata una sfida per il paese, pesantemente danneggiato dallo tsunami del marzo 2011 e dai danni riportati al reattore di Fukushima. Da lì la decisione di puntare altrove per produrre energia, di abbandonare una fonte energetica ancora troppo rischiosa per la popolazione e per l’ambiente, messo a dura prova dal rilascio di materiale radioattivo e di acqua contaminata.

 

A commentare l’anniversario un attivista di Greenpeace Giappone, Hisayo Takada: “Questa giornata emozionante manda un chiaro messaggio: il popolo giapponese vuole un futuro energetico sostenibile e sicuro e per ottenerlo è disposto a farlo diventare una realtà. Ora abbiamo bisogno di una leadership di governo che sia libera dal nucleare per sempre.”

Il 15 settembre dello scorso anno venne spento l’ultimo dei 48 reattori nucleari del paese, nella prefettura di Fukui, mossa che ha portato il governo ad investire nelle energie rinnovabili per trovare un supporto alla mancata produzione ed erogazione da plutonio. La maggior parte della nuova produzione green deriva da piccoli impianti fotovoltaici domestici, che hanno fatto salire il paese nella classifica dei produttori energetici innalzandolo al secondo posto in breve tempo, forte di un bilancio che evidenzia circa 23mila nuovi impianti domestici ogni mese.

 

“Il popolo del Giappone ha riempito il vuoto di leadership del governo Abe, che continua a spingere per il riavvio dei reattori e reso il paese il secondo attore sulla scena solare globale. Questa leadership da parte del pubblico è certamente qualcosa da festeggiare” ha affermato l’attivista proseguendo “Durante l’anno senza nucleare non ci sono stati blackout o abbassamenti di tensione a seguito dello stop al nucleare. Eppure il governo Abe non è riuscito a costruire su questo fenomeno un successo e elaborare forti politiche energetiche che possano sostenere le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, e liberare il Giappone dalla dipendenza dalle importazioni di combustibili. Tale guida dovrebbe fornire la sicurezza energetica a lungo termine e portare il Giappone a rispettare i suoi impegni internazionali sul clima”.

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