Il Giappone punterà, entro il 2020, alla realizzazione di un mercato dell’energia verde in grado di realizzare ricavi per 50 trilioni di yen (628 miliardi dollari) attraverso un sistema di deregolamentazione ed incentivi volto a promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili e delle auto a zero emissioni – lo ha riportato oggi l’Agenzia Reuters, grazie ad un’«esclusiva» riguardante la bozza del nuovo piano di crescita economica del Governo nipponico. L’Esecutivo, lavorerà inoltre con la Banca del Giappone per assicurarsi che il Paese esca dalla deflazione e arrivi ad una crescita stabile dei prezzi, puntando proprio ad una tenuta “forte” dell’allentamento monetario da parte dell’Istituto di Credito Centrale per contrastare la diminuzione del valore generale degli “oneri”.
Secondo le indiscrezioni di Reuters, il Governo sarebbe infine in procinto di creare una strategia a lungo termine per incrementare il potenziale di crescita del Giappone e cercare nuove aree di sviluppo economico. Il nuovo modello economico-energetico proposto dal Giappone, lascerebbe inoltre aperte le speranze per un definitivo abbandono dei vecchi schemi “pro-nucleari” promossi dall’Esecutivo proprio in questi ultimi tempi: solo pochi giorni fa infatti – dopo un annuncio ufficiale del Premier Yoshihiko Noda lo scorso 16 giugno – è stato riattivato il reattore nucleare n.3 della centrale Ohi nella prefettura di Fukui, (a più di un anno di distanza dal disastro di Fukushima), mentre il reattore 4, nella stessa struttura, dovrebbe essere nuovamente operativo entro il 18-20 luglio. Il riavvio dei 2 reattori, secondo fonti ufficiali, servirà a scongiurare i rischi di blackout estivo nella ricca area del Kansai (quella di Osaka e Kyodo) e a ridurre l’import di combustibili fossili. Una situazione questa che, con ogni probabilità, riaprirà certamente delle “vecchie ferite”.
(Matteo Ludovisi)