Secondo il piano redatto dal Ministero dell’ambiente, il Paese deve smettere di produrre elettricità da carbone ben prima il 2050
(Rinnovabili.it) – Ben prima del 2050 la Germania smetterà di produrre energia elettrica dal carbone. È il contenuto di una bozza di documento del Ministero dell’Ambiente vista ieri da Reuters, che traccia la road map per raggiungere i suoi obiettivi climatici. La pressione pubblica sul governo è cresciuta da quando 196 leader globali hanno siglato l’accordo sul clima durante la COP 21 di Parigi. Il protocollo non chiede in nessun modo la dismissione graduale dei combustibili fossili, e questo rischia di allontanare la transizione energetica. Ma è evidente che i governi debbano cominciare ad attrezzarsi, o i cittadini subiranno impatti troppo pesanti.
In particolare, la Germania intende pubblicare una strategia per allontanarsi dai combustibili fossili e raggiungere il suo obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 fino al 95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. La bozza del documento, che deve essere visionata dagli altri Ministeri e non è ancora approvata dalla Ministra dell’Ambiente, Barbara Hendricks, chiede al settore energetico di dimezzare le emissioni entro il 2030 rispetto al 2014.
Il documento propone la creazione di una commissione specifica, che elabori raccomandazioni su come eliminare gradualmente il carbone, tenendo conto delle difficoltà economiche per le regioni del Paese in cui l’industria ha gettato radici.
Il settore rappresenta ancora circa il 40% della produzione elettrica in Germania, ed è considerato il pilastro su cui dovrebbe reggersi lo Stato dopo l’uscita dal nucleare, prevista nel 2022. Il documento chiede anche un più rapido sviluppo delle fonti rinnovabili, con incentivi al fotovoltaico.
Nel 2014, il Paese ha generato più di un quarto della sua energia elettrica da fonti rinnovabili, ma siamo ampiamente lontani da quanto richiede la bozza vista da Reuters. Il documento sostiene che la quantità di energia prodotta da fonti verdi dovrebbe aumentare di circa il 75% entro il 2030. Non basta: secondo il Ministero dell’Ambiente il sostegno alla ricerca nel campo delle tecnologie di accumulo dovrebbe raddoppiare nei prossimi 10 anni.
Per finanziare la misura, probabilmente, il governo potrebbe chiedere all’Europa di inasprire il sistema di scambio delle emissioni, che finora si è rivelato fallimentare. Come misura interna, invece, potrebbe considerare una nuova tassa su benzina, combustibili fossili per il riscaldamento per spostare la domanda sulle tecnologie verdi.