La Commissione per l’abbandono del carbone ha proposto di ridurre gli attuali 42,6 GW di potenza elettrica da lignite ed antracite a circa 17 GW entro il 2030
(Rinnovabili.it) – Troppo tardi per gli ambientalisti, troppo presto per la società eenergetica RWE: la data di addio al carbone della Germania cerca il compromesso tra posizioni diametralmente distanti ma senza convincere fino in fondo. L’annuncio del phase out è stato dato ieri dalla Commissione “Wachstum, Strukturwandel und Beschäftigung” (letteralmente per la “Crescita, il cambiamento strutturale e l’occupazione”), incaricata dal governo, a maggio dello scorso anno, di redigere il difficile percorso di decarbonizzazione del Paese. A circa otto mesi dall’istituzione, il gruppo ha presento a Berlino un documento finale di 336 pagine che spiega come fare progressivamente a meno di lignite e antracite.
La data definitiva di chiusura delle centrali termoelettriche a carbone dovrebbe essere il 2038. Il condizionale è d’obbligo dal momento che il programma sarà graduale e richiederà continue valutazioni per verificare che l’arresto della produzione a carbone non danneggi posti di lavoro, sicurezza energetica e bollette. Nel dettaglio, la Commissione chiede di ridurre gli attuali 42,6 GW di potenza legati a questa fonte fossile a circa 30 GW entro il 2022, scendendo 17 GW entro il 2030 per toccare lo zero nel 2038; le misure promosse per raggiungere questi target, tra cui almeno 40 miliardi di euro di aiuti alle regioni, dovranno essere monitorate, valutandone l’efficacia nel 2023, 2026 e 2029.
Come spiegato dal ministro dell’economia Peter Altmaier, il lavoro è ancora tutto all’inizio. Il piano per l’addio al carbone dovrà essere formalizzato entro venerdì 1° febbraio e richiederà una serie di interventi normativi e finanziari. “Abbiamo bisogno di tutta una serie di leggi”, ha spiegato Almaier durante un’intervista, promettendo che il Governo si muoverà rapidamente per dare attuazioni alle proposte della Commissione. “Vogliamo garantire la sicurezza energetica in maniera continuata” senza dover “importare energia nucleare a basso costo da altri Paesi”.
A rimpiazzare il carbone in uscita sarà il gas, come ha tenuto a sottolineare il cancelliere tedesco, Angela Merkel, parlando a Davos la settimana scorsa “Avremo bisogno di più gas naturale”, anche in vista della chiusura entro il 2022 delle ultime centrali nucleari nazionali, “e l’energia dovrà essere accessibile”. Il governo conta anche sull’obiettivo di aumentare la quota delle fonti rinnovabili di energia elettrica dal 38% di oggi al 65% nel 2030 (leggi anche Le energie rinnovabili tedesche superano il carbone). Hans Joachim Schellnhuber, membro della Commissione e consigliere della Merkel, ha dichiarato: “Questo è un passo importante sulla strada dell’era post-fossile – un passo che apre anche nuove prospettive per le regioni colpite attraverso cambiamenti strutturali guidati dall’innovazione”.
Leggi la relazione (in tedesco) della Commissione per l’addio al carbone in Germania