In Umbria l’utilizzo di risorse geotermiche per la produzione di energia non è solo possibile, ma auspicabile, visto che il territorio presenta una situazione decisamente favorevole all’utilizzo della risorsa che potrebbe costituire un’importante fonte di sviluppo per la green economy nella regione: è quanto emerge dai primi risultati del progetto di ricerca “Studio delle potenzialità geotermiche del territorio regionale umbro”, avviato lo scorso marzo dal Servizio risorse idriche e rischio idraulico della Regione Umbria, realizzato in collaborazione con le Università di Perugia e Pisa.
“Dai primi risultati del progetto – ha spiegato l’assessore Rometti – emergono buone prospettive per l’utilizzo delle risorse geotermiche sul nostro territorio. In pratica la geotermia, intesa come utilizzo del calore terrestre per la produzione di energia sia termica che elettrica, risulta essere una delle più importanti fonti rinnovabili disponibili per i futuri fabbisogni energetici. Il progetto – ha sottolineato l’assessore – si concluderà nel marzo 2013, ma gli elementi già rilevati individuano situazioni favorevoli evidenziando come il territorio umbro sia interessato da risorse geotermiche significative, in particolare nel settore occidentale, indicativamente ad ovest del corso del Tevere, da Città di Castello a Todi, e da Todi fino alla zona di Narni”.
Lo studio evidenzia che le temperature valutate per queste aree variano tra i 100 e i 200 gradi, per profondità comprese tra i 2 mila e i 4 mila metri, mentre si possono raggiungere anche valori superiori ai 250 gradi a profondità intorno ai 5 mila metri.
Elemento di ulteriore interesse è che le temperature entro i 4 mila metri sono collegate a serbatoi di rocce carbonatiche che presentano consistenti volumi di acque, rendendo particolarmente redditivi i processi di utilizzo geotermico di tali serbatoi.
Questa peculiarità favorisce il possibile sfruttamento di tale patrimonio geotermico, basti pensare che la ben più conosciuta risorsa geotermica della Regione Toscana, pur avendo mediamente temperature più elevate, può essere utilizzata solo in parte non avendo un così consistente volume idrico disponibile.
“Sulla base di tale potenzialità geotermica – ha riferito Rometti – possono essere valutati diversi sviluppi per l’utilizzo della stessa anche sulla base del fatto che esiste tutta una serie di utilizzi del calore proveniente dalla risorsa geotermica, dal teleriscaldamento all’utilizzo industriale e termale della risorsa”.
“L’Umbria – conclude l’assessore – si trova in una posizione favorevole per l’avvio della filiera che, non solo può incrementare la quota dell’energia verde nel rispetto del protocollo di Kyoto e della direttiva europea sull’energie rinnovabili, ma anche permettere di ottenere una grande quantità di energia termica a basso costo permettendo di ridurre i costi energetici di utilizzo pubblico e quelli legati alle attività produttive e alle aziende agroalimentari, rendendole più competitive nel mercato globale. Infine, la geotermia potrebbe contribuire a rendere maggiormente autonomo dal punto di vista energetico il territorio regionale, mentre dal punto di vista occupazionale comporterebbe consistenti sviluppi occupazionali”.
Mentre per la produzione di energia elettrica occorrono temperature preferibilmente superiori a 150 gradi – ha spiegato – utilizzando risorse geotermiche ubicate generalmente a profondità superiori ai 2 mila o 3mila metri, gli utilizzi termici sono invece possibili per un ampio intervallo di temperature.
In particolare anche temperature intorno ai 15 °C possono essere utilizzate per il condizionamento degli edifici, con tecnologie di semplice realizzazione, rappresentando in tal senso una rilevante risorsa alternativa alle fonti energetiche tradizionali, con il vantaggio di essere universalmente presente e facilmente utilizzabile.