In via di definizione limiti alle emissioni delle geotermia
(Rinnovabili.it) – Una nuova legge regionale che limiti l’impatto su ambiente e paesaggio delle geotermia ad alta entalpia. Ad annunciarla è, ovviamente, la Toscana, territorio geotermico per eccellenza, che dal calore del suolo ricava oggi oltre 5 GWh elettrici l’anno.
L’amministrazione regionale intende continuare a far crescere l’industria energetica locale ma compiendo un salto di qualità, come spiegava solo qualche mese fa l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo. “Vogliamo fare della realtà toscana un centro di eccellenza internazionale – aveva annunciato a settembre dello scorso anno Ciuffo – con programmi finalizzati a non aumentare l’impatto sulle matrici ambientali al crescere la potenza installata e della produzione di energia elettrica, e a favorire l’inserimento paesaggistico delle centrali esistenti e nuove”.
Il primo passo in questo senso è un provvedimento normativo dedicato all’impatto ambientale degli impianti: la giunta sta lavorando sul testo di una nuova legge che ponga dei limiti alle emissioni provenienti dalle torri di raffreddamento delle centrali a ciclo aperto (i dati del CNR). La questione riguarda soprattutto il territorio dell’Amiata, il cui serbatoio geotermico presenza differenze sostanziali da quello più tradizionale di Lardarello: “un’emissione pressoché doppia di anidride carbonica ed una forte emissione, a Bagnore, di ammoniaca”, scrive la stessa Regione sul proprio sito web.
Per questo motivo, l’amministrazione toscana sta elaborando un provvedimento che definisca con precisione i limiti emissivi migliorando l’inserimento degli impianti geotermici nel paesaggio che li ospita. “La legge – si legge in una nota stampa – sarà lo strumento per anticipare i contenuti dell’emendamento recentemente approvato a Bruxelles dal Parlamento europeo, in base al quale la Commissione entro dicembre 2018 dovrà valutare la necessità di una proposta legislativa tesa a regolamentare le emissioni da parte delle centrali geotermiche di tutte le sostanze, tra cui il CO2, sia nelle fasi esplorative che in quelle operative”.
Non solo. L’obiettivo delle Regione è aumentare la condivisione dei benefici con il territorio “per evitare un ‘effetto-rifiuto’ da parte di residenti ed attività locali”. Tra i prossimi passi in tal senso è prevista la promozione di un accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico ed Enel Green Power per un nuovo programma di sviluppo che aumenti il ritorno economico per i comuni che ospitano gli impianti, passando dall’attuale 6% ad un 10% del fatturato ricavato dalle attività di sfruttamento.