(Rinnovabili.it) – Le geotermia sposa l’energia solare. Ma anche il biogas, la biomassa e i più avanzati programmi di localizzazione geografica. A celebrare queste innovative nozze è GeoSEE, progetto europeo avviato nel 2012, e tutt’ora in corso, che si propone di dimostrare come l’utilizzo sostenibile della fonte geotermica a bassa temperatura (cioè inferiore a 150°C) sia possibile in combinazione con altre fonti rinnovabili. L’iniziativa coinvolge otto stati paesi coinvolti – Slovenia, Italia, Romania, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Serbia e Repubblica di Macedonia – che attraverso specifici casi studio analizzeranno e valuteranno l’utilizzo del geotermico a bassa temperatura in combinazione con le fonti verdi sopracitate; il progetto permetterà inoltre lo sviluppo di un sistema informativo geografico (GIS) da pubblicare in internet con dati geospaziali utili per l’individuazione di aree adatte per l’utilizzo combinato, e l’attivazione e la proposta di una serie di azioni ed analisi allo scopo d’informare i policy makers sui benefici relativi all’adozione e l’utilizzazione di “impianti ibridi”.
Per l’Italia sarà il Dipartimento TESAF (Territorio e Sistemi Agro-Forestali) dell’Università degli Studi di Padova insieme agli altri due partner italiani, la Provincia di Padova e il CEV (Consorzio Energia Veneto), ad occuparsi dell’analisi dei casi studio che comprenderanno il comune di Galzignano Terme e Battaglia Terme nel padovano. “L’area dei Colli Euganei, infatti, è una delle zone più interessanti in Italia dal punto di vista del potenziale geotermico. Non solo la risorsa viene sfruttata in impianti termali, ma in alcuni casi viene sfruttata per il riscaldamento di serre. L’acqua può essere estratta con temperature di circa 68°C che, attraverso l’uso combinato con altre risorse rinnovabili presenti nel territorio, quali la biomassa, il biogas e il solare, e tecnologie innovative potrebbe fornire energia termica ed elettrica aumentando l’uso rinnovabile di fonti energetiche e permettendo la riduzione dei costi”.