Nello schema di decreto FER 1 vengono inaspettatamente cancellati gli incentivi alla geotermia. UGI: “Non condanniamo a morte un intero settore industriale”. Rossi: “Geotermia punta di eccellenza tecnologica”
Difficile per il settore supportare gli alti costi di investimento senza incentivi alla geotermia
(Rinnovabili.it) – “Non condanniamo a morte un intero settore industriale”. È questa la richiesta che l’Unione Geotermica Italiana avanza al Governo dopo che nello schema di decreto legislativo “FER 1” predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico spariscono inaspettatamente gli incentivi alla geotermia. Per l’UGI la cancellazione degli incentivi alla geotermia è un paradosso in un momento di clima politico fortemente orientato alle rinnovabili e soprattutto per un paese come l’Italia che è più di cento anni che produce elettricità sfruttando il calore della terra. Lo stesso Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, scrive una lettera a Di Maio, al quale chiede un incontro urgente per capire gli scenari futuri nel caso in cui lo schema di decreto venisse reso definitivo senza gli incentivi alla geotermia. Per Rossi, la geotermia è una delle fonti rinnovabili storiche e una punta di eccellenza tecnologica del nostro Paese, che soltanto in Toscana vede operative 34 centrali per una potenza complessiva installata di 900 MW.
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Quali siano le ragioni di questa inaspettata cancellazione degli incentivi alla geotermia nella bozza di decreto predisposta dal MSE non è ben noto. L’UGI parla di un “fronte contrario alla geotermia” che non crede ai dati diffusi da enti istituzionali, è convinto che ci siano problemi ambientali correlati a questa fonte rinnovabile e che, così facendo, mette in grande difficoltà 17 comuni geotermici, migliaia di posti di lavoro e ingenti investimenti, rischiando di porre fine a un’eccellenza italiana. Il Presidente Rossi non si esprime a riguardo, ma vuole capire la ratio di questa manovra. “Questa cancellazione operata dal decreto – scrive Rossi – priverebbe sostanzialmente il sistema energetico italiano di una delle poche rinnovabili programmabili ed efficienti al pari delle fonti tradizionali, dotata di impianti che già oggi aiutano la rete elettrica a soddisfare le richieste del sistema Italia, ma priverebbe soprattutto la Toscana di una parte consistente della sua economia”.
Da qui la richiesta al Governo di ripensarci. “Non danneggiamo ulteriormente una produzione da fonte rinnovabile – scrive l’UGI – e un intero settore industriale che già da anni incontra difficoltà allo sviluppo di una produzione energetica, la stessa che all’estero progredisce e ha successo, spesso con risorse molto meno pregiate di quella italiana”. “Laddove il decreto fosse approvato in questa forma, confermando questa inspiegabile scelta – spiega Rossi – la situazione che si andrebbe a creare avrebbe delle ripercussioni negative enormi e difficilmente prevedibili”. Secondo quanto sostenuto da Rossi, infatti, sarebbe difficile per il settore supportare gli alti costi di investimento senza incentivi alla geotermia e si metterebbe in ginocchio l’economia di interi territori.