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Il Mise pubblica le Linee guida per la geotermia

Dalla tutela del suolo al monitoraggio e controllo del campo geotermico e della micro sismicità: il documento ministeriale disciplina l’utilizzo della risorsa geotermica a media e alta entalpia

Il Mise pubblica le Linee guida per la geotermia

 

(Rinnovabili.it) – Il governo italiano ha fatto della geotermia ad alta e media entalpia uno degli elementi strategici del proprio piano energetico nazionale. A differenza di altre fonti rinnovabili su cui è caduta la scure di Roma, l’energia del sottosuolo ha avuto sorte migliore. A cominciare dall’approvazione nel 2015 di una risoluzione parlamentare che impegnava il governo a una serie di azioni: l’avvio di procedure di «zonazione» del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili e l’emanazione di «linee guida» a cura dei Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente che delineassero gli indirizzi tecnici specifici per l’utilizzo della risorsa.

 

Il documento di indirizzo – pubblicato proprio in questi giorni dal MiSE – è frutto di gruppo di lavoro esteso, al quale hanno partecipato, oltre agli operatori di settore, rappresentanti delle università, del mondo della ricerca scientifica e delle amministrazioni regionali principalmente interessate ai progetti di geotermia.
Linee Guida in questione si applicano sia alle attività geotermoelettriche ordinarie (con re-immissione parziale dei fluidi geotermici nelle formazioni di provenienza), di competenza delle Regioni, sia agli impianti pilota sperimentali (a emissioni di processo nulle e re-iniezione totale) di competenza dello Stato e affronta le problematiche di maggior interesse e le metodologie da applicare: dalla perforazione del suolo al monitoraggio e controllo del campo geotermico e della micro sismicità

 

La Valutazione di Impatto Ambientale

Dal punto di vista autorizzativo, il documento chiarisce che al fine dell’ottenimento del titolo concessorio e abilitativo per la costruzione e per l’esercizio dell’impianto, il progetto dovrà essere sottoposto alla procedura di valutazione dell’impatto ambientale (VIA) che comprenderà la produzione di uno Studio di Impatto Ambientale con le misure di prevenzione o mitigazione previste per eventuali effetti indesiderati, di uno studio sulla accettabilità sociale, e di un’analisi volta alla quantificazione delle “esternalità” (costi e benefici “esterni”) del Progetto di sviluppo previsto.

 

Le emissioni della geotermia

Un capitolo è dedicato ad uno degli aspetti più controversi della geotermia ad alta entalpia tradizionale, ovvero le emissioni dell’impianto. Alcuni elementi inquinanti possono essere presenti nel particolato secondario e nel drift, vale a dire l l’aerosol emesso dalle torri di raffreddamento degli impianti a re-immissione parziale. Il controllo per la valutazione dell’inquinamento “di norma consiste nell’installazione di almeno un deposimetro a distanza di 500 m dall’impianto, nella direzione più esposta alle ricadute, secondo quanto emerge dai risultati degli studi diffusionali che devono essere comunque effettuati anche per previsioni di ricadute non continuative”.

 

Le Linee Guida stabiliscono che ulteriore deposimetro potrà essere sarà installato in corrispondenza di un sito individuato come “indisturbato”, per i necessari raffronti dei dati. “Gli inquinanti monitorati dovranno essere definiti in base alle caratteristiche dell’area geotermica di riferimento e di norma almeno: mercurio (Hg), arsenico (As), antimonio (Sb), boro (B) e ammoniaca (NH3)” e il monitoraggio “dovrà avvenire con un campionamento cumulato delle deposizioni della durata di 20 giorni prima della costruzione dell’impianto e un campionamento a 5 anni dall’entrata in esercizio dello stesso”.

 

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