(Rinnovabili.it) – Utilizzare i tunnel sotterranei nelle grandi aree urbane come fonti di energia geotermica per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici: un’idea che, nonostante alle spalle abbia almeno una trentina di anni, rimane ancora all’avanguardia. E dopo aver contagiato le città di Austria, Svizzera, Germania, Francia, Gran Bretagna e Russia, arriva in Italia grazie a ENERTUN, progetto firmato dal Politecnico di Torino. Gli ingegneri Marco Barla e Alice Di Donna dell’ateneo piemontese, hanno studiato l’attivazione termica dei rivestimenti delle gallerie urbane come modalità per sfruttare l’inerzia termica del sottosuolo.
L’obiettivo del lavoro è quello di realizzare una “metropolita geotermica” o, in altre parole, un sistema tecnologico capace di trasformare il tradizionale rivestimento in calcestruzzo armato dei tunnel in uno scambiatore di calore e ottenere in questo modo una fonte di climatizzazione efficiente per gli edifici circostanti. Nel dettaglio, ogni segmento della struttura integra al suo interno una rete di tubi contenenti un fluido termovettore in grado di estrarre o immettere calore nel sottosuolo in accoppiamento con una pompa di calore.
Il progetto ENERTUN ha già un sito di sperimentazione: la linea 1 della metropolitana di Torino, nel nuovo tratto che va dalla stazione Lingotto alla futura stazione Bengasi. Dell’istallazione, portata avanti con InfraTo La società che gestisce le infrastrutture di trasporto), il gruppo CMC e GTT (l’azienda di trasporti pubblici), i ricercatori ne hanno parlato pochi giorni fa, in occasione del workshop internazionale sulle geostrutture energetiche. Barla e Di Donna hanno presentato il nuovo segmento tunnel energetico recente brevetta, e i benefici economici ed ambientali legati al progetto. In base ai primi calcoli si stima che il sistema, grazie alle condizioni favorevoli del flusso idraulico a Torino, possa scambiare tra 53 e 74 W/m2 di rivestimento, rispettivamente in inverno e in estate consentendo di coprire un fabbisogno termico di 2.822 kW in riscaldamento e 3.756 kW in raffrescamento. E il costo aggiuntivo per attivare termicamente la galleria risulta pari a meno dell’un per cento del costo totale dell’opera.