(Rinnovabili.it) – La tecnologia del “riciclo” della CO2 in carburanti commercialmente validi trova un alleato insperato nella geotermia. L’azienda islandese Carbon Recycling International sta mettendo a punto una tecnica di produzione del metanolo sfruttando l’energia e l’anidride carbonica contenuta nei cicli ad alta entalpia. Forse, infatti, non tutti sanno che nei sistemi geotermici i fluidi che vengono reimmessi nel ciclo, contemporaneamente al loro sfruttamento, trascinano con sé in quantità relativamente piccole una serie di gas non condensabili: anidride carbonica, idrogeno solforato, metano, boro, mercurio e arsenico, formatisi a seguito di reazioni che avvengono nel sottosuolo e, che indipendentemente dall’attività di estrazione, darebbero comunque luogo ad emanazioni spontanee dal terreno.
Partendo da questo dato di fatto la società ha realizzato un impianto di recupero della CO2 adiacente ad una centrale geotermica attiva dal 1976, nell’area vulcanica meridionale della penisola islandese. L’impianto è in grado di riciclare l’anidride carbonica in maniera più economica rispetto a quella delle “convenzionali” centrali di CCS (in quanto non deve essere separata dall’azoto) per produrre in cambio “Vulcanol”; è stato ribattezzato con questo nome, infatti, il metanolo ottenuto attraverso l’innovativa tecnica dal momento che, afferma il CEO di Carbon Recycling International, KC Tran, “è fatto con l’energia proveniente da un vulcano”. L’energia elettrica prodotta dalla centrale geotermica può inoltre essere in parte sfruttata per l’elettrolisi dell’acqua, continua Tran, in maniera d’avere direttamente in loco l’idrogeno necessario per la produzione di metanolo.