Il progetto europeo EuGeLi dimostra la fattibilità dell’estrazione di litio dalle salamoie geotermiche, in concentrazioni adatte all’impiego industriale, ad esempio per le batterie delle auto elettriche. L’impianto pilota di Soultz-sous-Forêts ha impiegato un procedimento sperimentale che ricava Li2CO3 in concentrazioni pari a 180 mg/l
Il litio geotermico è a emissioni zero
(Rinnovabili.it) – A Soultz-sous-Forêts, in Alsazia, vedono la luce i primi kg di litio geotermico europeo di qualità adatta alla produzione di batterie. Così, la Francia si porta all’avanguardia mondiale nell’estrazione da salamoie geotermiche di questo minerale così cruciale per la transizione energetica, visti i suoi impieghi per l’energy storage e la mobilità elettrica.
Il progetto EuGeLi all’avanguardia sul litio geotermico
Un successo per il progetto europeo EuGeLi (European Geothermal Lithium Brine), che ha prodotto il primo carbonato di litio (Li2CO3) dalla geotermia e senza emissioni di CO2, senza ritardi sulla roadmap prevista. E alimenta le prospettive di rafforzare la filiera interna del litio. Peraltro, producendolo in un’area strategica: i principali poli della mobilità elettrica del continente, localizzati soprattutto in Germania, sono vicini.
Secondo il Bureau national de recherche géologiques et minières (BRGM) francese, l’Alsazia “è un importante serbatoio per queste salamoie, che sono attualmente sfruttate per la produzione di elettricità e di calore. Sono molto spesso arricchite di litio attraverso le interazioni acqua-roccia in profondità. Costituiscono una risorsa dormiente di litio in Europa che aspetta di essere sviluppata”.
I prossimi passi saranno l’ottimizzazione del modello economico “per valutare se sia possibile creare un sistema competitivo di produzione di batterie al litio su scala industriale, come complemento alle energie rinnovabili”.
Litio dalla geotermia: il processo di estrazione
Estrarre il litio dalle salamoie geotermiche a tre vantaggi rispetto ai metodi convenzionali, ovvero l’estrazione in miniera e l’evaporazione in stagni di litio. Il primo è il bilancio emissivo: il procedimento si appoggia alle normali operazioni della geotermia, dunque non comporta emissioni aggiuntive di anidride carbonica in atmosfera. In più l’energia geotermica è sufficiente ad alimentare anche i passaggi di raffinazione successivi, senza richiedere l’apporto di fonti di energia ulteriori. Il secondo vantaggio risiede nel non avere bisogno di grandi quantità di acqua e di suolo, come richiesto dagli stagni di litio nel processo per evaporazione. Tutto ciò si riflette nel costo finale, il terzo punto forte del litio geotermico: è stimato in circa 3.000 $/t, la metà dei procedimenti convenzionali.
Nel caso di EuGeLi, il processo di estrazione consiste nel recupero della salamoia geotermica sita a profondità variabili tra i 2.600 e i 5.000 metri di profondità e a circa 180°C. Il recupero avviene tramite un particolare materiale di assorbimento brevettato nell’ambito del progetto, in grado di catturare selettivamente il litio dalla salamoia passando attraverso le colonne di estrazione. La soluzione viene poi trattata per aumentarne la concentrazione e la purificazione. La salamoia è, appunto, “salata”, con una concentrazione di cloruro di litio (LiCl) o “litio diluito” di circa 180 milligrammi per litro. Da due o tre volte inferiore a quella che si trova per evaporazione in Sudamerica.