(Rinnovabili.it) – Nel 2009 nasce “La Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana”, grazie a un accordo tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e il CoSviG, Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche. Questo gruppo di imprenditori si formò in seguito ad un accordo nel 2007 tra l’Enel e la Regione Toscana, che prevedeva che cinque comuni (Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Santa Fiora e Monteverdi Marittimo) potessero usufruire della geotermia delle centrali della Val di Cecina, intorno allo storico stabilimento di Larderello, il più antico impianto al mondo di questo tipo.
Il salumificio Arcadia utilizza la geotermia per essiccare i prodotti di cinta senese, il caseificio San Martino che produce formaggi di fossa, il birrificio Vapori di Birra che usa la geotermia per la fermentazione del luppolo.
Per le aziende del luogo quest’opportunità è molto conveniente dal punto di vista economico, Massimo Ricci, proprietario del caseificio San Martino spiega: “Dal 2004 siamo attaccati all’impianto geotermico dell’Enel, e usiamo il calore del vapore per varie fasi della produzione, Invece di 50 mila euro ora ne spendiamo 5 mila all’anno, in cinque anni abbiamo ammortizzato il costo iniziale. E abbiamo avuto solo qualche limitatissimo incentivo”.
La Toscana spera di raddoppiare l’apporto energetico proveniente da fonti geotermiche in 10 anni, dato che per la sua conformazione geologica il territorio si presta a questo tipo di misura per migliorare l’efficienza energetica. Basta pensare che la centrale di Larderello è capace di coprire il 26% del fabbisogno toscano.
I dati del rapporto della Geothermal Energy Association, riportano che l’Italia si trova al quinto posto nella classifica degli stati che utilizzano le centrali geotermiche per produrre energia, con 843 Mw di produzione assoluta, 786 dei quali forniti dalla Toscana.
La Legge di stabilità del 2014 prevede il taglio del 15% degli incentivi previsti dal Conto Termico del 2012, ma queste scelte non spaventano i soci di “La Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana”, che anche senza incentivi trovano molto conveniente la scelta della geotermia.