Presentati i risultati del progetto IDDP che per la prima al mondo sfrutto il calore del rocce fuse per alimentare un impianto geotermico
(Rinnovabili.it) – Nel 2009, l’Iceland Deep Drilling Project (IDDP) durante le operazioni di trivellazione del suolo a Krafla, nel nord-est dell’Islanda, ha inaspettatamente incontrato del magma a soli 2100 metri di profondità. Fortunatamente, il team è stato in grado di controllare il pozzo, creando essenzialmente “il primo sistema geotermico avanzato a magma fuso mai realizzato al mondo”. A spiegare gli risultati di questo insolito evento è Wilfred Elders professore di geologia presso l’Università della California dalle pagine della rivista internazionale di geotermia. “Le perforazioni di pozzi nel magma rappresentano un evento molto raro in tutto il mondo e questo è solo il secondo caso conosciuto; il primo, si è verificato nel 2007 alle Hawaii”.
I partner del progetto in collaborazione con la National Power Company dell’Islanda, l’operatore della centrale geotermica di Krafla, ha deciso di studiare ulteriormente il pozzo. “In futuro, il successo di questo progetto di ricerca potrebbe portare a una rivoluzione dell’efficienza energetica delle aree geotermiche ad alta temperatura in tutto il mondo”, ha spiegato Elders, aggiungendo che l’IDDP ha permesso agli scienziati di raggiungere importanti traguardi: nonostante alcune difficoltà, il è stato possibile istallare un involucro di acciaio nella parte inferiore del pozzo permettendogli di soffiare per mesi il vapore ad alta pressione e con temperature superiori a 450 °C verso la superficie. Il progetto ha segnato così un vero e proprio record mondiale. “Anche se il pozzo IDDP-1 è stato chiuso nel 2012, l’obiettivo è ora quello di riaprirlo o praticare una nuova trivellazione”, ha concluso lo scienziato.