Via libera dalla Conferenza delle Regioni e Provincie autonome al decreto inerente la verifica degli obblighi per gli impianti geotermici che utilizzano le tecnologie avanzate al fine di ottenere gli incentivi
In dirittura d’arrivo il nuovo DM sugli impianti geotermici avanzati
(Rinnovabili.it) – Concedere più tempo agli impianti geotermici avanzati per l’entrata in esercizio e dunque per garantirgli l’accesso ai meccanismi incentivanti. Questo quanto chiedono le Regioni per il nuovo decreto Ministeriale in materia di geotermia innovativa. Il provvedimento, in questione reca le “Modalità di verifica e comunicazione del rispetto delle condizioni previste per il riconoscimento di premi e tariffe-premio agli impianti geotermici che utilizzano le tecnologie avanzate”. In altre parole, definisce le modalità con cui gli enti competenti debbano controllare e riferire al GSE elementi come il valore della temperatura del fluido geotermico o la concentrazione minima di gas delle centrali.
Lo schema di decreto è arrivato, prima di Natale, sul tavolo della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome: il testo avevo fatto proprie quasi tutte le proposte emendative redatte durante la precedente riunione tecnica di Regioni e Provincie, che si sono trovate dunque d’accordo a concedere il proprio via libera al provvedimento. Va libera che tuttavia è vincolato ad un ultimo emendamento. La modifica proposta interverrebbe sulla norma riguardante gli adempimenti per l’accesso ai contributi statali per gli impianti iscritti al registro contenuta all’articolo 11 del DM del 23 giugno 2016 (Incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico). L’articolo in questione stabilisce che gli impianti rinnovabili inclusi nelle graduatorie debbano entrare in esercizio entro specifici termini temporali, decorrenti “dalla data della comunicazione di esito positivo della procedura”. Per la geotermia significa ben 51 mesi.
Sforata la deadline, è prevista l’applicazione di una decurtazione della tariffa incentivante dello 0,5% per ogni mese di ritardo per un massimo sei mesi, dopo i quali l’impianto decade dal diritto all’accesso ai benefici e il GSE provvede ad escluderlo dalla relativa graduatoria.
Cosa chiedono le Regioni? Lo spiega lo stesso emendamento che così recita:
Per gli impianti geotermoelettrici […] ai termini di cui al comma 1 e agli ulteriori 6 mesi di cui al presente comma si aggiungano i mesi decorrenti dalla data di pubblicazione della graduatoria fino alla data di efficacia del titolo autorizzativo finale. Per ulteriori mesi di ritardo, alla tariffa incentivante è applicata una ulteriore decurtazione dello 0,1% per ciascun mese.
Questo perché, spiega la Conferenza, i 51 mesi più 6 previsti per gli impianti geotermici avanzati sarebbero congrui nella possibilità di aprire subito i cantieri, ma nella pratica i termini si riducono fortemente a causa dei tempi per completare tutte le procedure autorizzative. “Si ritiene quindi necessario ed urgente intervenire con una disposizione specifica che a costo di un’ulteriore penalità permetta però di tenere conto di tali tempi.”