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Toscana: geotermia necessaria ai target del Burden sharing

Solo nel 2010, la Regione ha prodotto grazie alla geotermia più del 30% del totale di produzione elettrica complessiva

(Rinnovabili.it) – Un dibattito sullo sfruttamento della “media entalpia” in Toscana, ossia sui fluidi geotermici tra i 100 e i 250 gradi per la produzione di energia elettrica a “zero impatto ambientale” – è stato questo in sintesi, il tema centrale del convegno “La geotermia del XXI secolo” tenutosi ieri a Firenze per valutare nuove opportunità di sviluppo energetico da FER nel territorio regionale entro il 2020. L’evento in particolare – organizzato dall’associazione Giga (Gruppo informale per la geotermia e l’ambiente) con la presenza del Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, CoSviG – ha incentrato i suoi interventi sulla produzione geotermoelettrica della Toscana che, nel 2010,  ha prodotto il 31,40% del totale della produzione elettrica complessiva e ben il 77.4% del totale della produzione elettrica da rinnovabili.

“La Toscana – ha indicato Anna Rita Bramerini (assessore regionale all’ambiente e all’energia) durante il suo intervento al convegno – è una regione dove la coltivazione geotermica a media entalpia può rappresentare una grande opportunità.” Occasione che permetterebbe di incentivare la filiera del calore e nel contempo di realizzare nella regione e in tutta Italia la componentistica degli impianti, “partita che finora è stata appannaggio soltanto dei paesi stranieri.”

“Il burden sharing – ha poi aggiunto -, ossia la ripartizione regionale della quota minima di incremento dell’energia prodotta con fonti rinnovabili in vista degli obiettivi europei al 2020, non ci lascia scelta, visto che al 2016 la Toscana deve produrre più del doppio dell’energia che ha prodotto fino al 2010. E la geotermia, anche a media entalpia, senza dubbio, nel raggiungimento degli obiettivi rappresenta una parte importante. Certo, in questo la politica deve essere supportata dalla scienza e dalla tecnica che, ciascuna nelle sue competenze, sono parti fondamentali nel processo delle scelte. Solo se ognuno farà la sua parte, in un lavoro di rete che veda un forte coinvolgimento del mondo della scienza e della ricerca tecnologica, la Toscana potrà arrivare al 2020 con le carte in regola”.

 

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