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Geotermia: gli esperti si incontrano a Napoli

(Rinnovabili.it) – “La geotermia come fonte energetica estremamente versatile e a basso impatto ambientale” – è questo il tema da cui è partita oggi (fino al prossimo 19 maggio), la maxi-conferenza internazionale che ha riunito a Napoli i maggiori esperti mondiali del settore, nell’ottica di aprire un dibattito sulle prospettive future per lo sfruttamento delle fonti geologiche di calore in Italia.

Durante il primo giorno di appuntamento si è quindi potuto discutere – insieme ad imprese, associazioni ed Istituti di Ricerca di settore – non solo delle varie applicazioni tecnologiche disponibili per l’utilizzo geotermico nei processi di co-generazione elettrica e termica, ma anche dell’adattabilità stessa degli impianti (sia in termini di dimensione che di “specifiche tecniche”) in relazione alle caratteristiche “naturali” del nostro territorio nazionale. Quest’ultimo aspetto in particolare, ha messo in luce i vantaggi derivanti dall’inserimento di impianti di taglia medio – piccola (con tecnologia di re-iniezione completa in falda dei fluidi geotermici dopo il loro utilizzo) nelle aree altamente urbanizzate del margine Tirrenico centro-meridionale (dalla Toscana alla Sicilia). Secondo gli esperti inoltre, se venisse applicato a questi impianti, un modello alternativo di generazione elettrica distribuita con il supporto delle “smart grids”, si potrebbero ridurre drasticamente le perdite energetiche dovute alle lunghissime linee di distribuzione attuali, che ammontano a quasi il 7% dell’energia elettrica generata.

Presentazione dei progetti

Sono state infine tante le personalità scientifiche e tecniche che, nel corso di questo primo appuntamento, hanno potuto presentare i loro progetti: dall’Islanda (Omar G. Fridleifsson con il progetto Icelandic Deep Drilling), agli Stati Uniti (Wilfred Elders, uno dei maggiori esperti al mondo di perforazioni geotermiche, con il progetto IDDP), fino alla Francia (Jaques Varet, Capo Dipartimento del settore geotermico del BRGM, con l’esperienza “acquisita” dell’impianto “Enhanced Geothermal Systems” di Soultz-sous Forets, in Alsazia) e all’Italia (Giuseppe De Natale con il “Campi Flegrei Deep Drilling Project”).

E proprio quest’ultimo programma, secondo le recenti dichiarazioni di De Natale, ha avuto da poco il via libera da parte del Comune di Napoli per l’avvio delle prime perforazioni, entro la fine del 2012, dei Campi Flegrei, al fine di monitorare le dinamiche interne del supervulcano ed acquisire  dati importanti sull’eventuale sfruttamento della sua energia geotermica. L’argomento principale del progetto è la ricerca vulcanologica e la mitigazione del rischio vulcanico, ma le stesse caratteristiche peculiari di quest’area la rendono ideale per la sperimentazione di tecnologie per la produzione geotermica. I pozzi del progetto sono almeno due a terra ed altri 6-7, più superficiali, in mare. Il primo sarà profondo 500 metri con un diametro iniziale di 30 centimetri e richiederà un investimento di circa 400-500 mila euro.

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