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Geotermia binaria a reiniezione totale, il primo impianto italiano

Geotermia binaria a reiniezione totale
CC0 Public Domain

Il primo impianto senese di geotermia binaria sorgerà nel territorio di Abbadia San Salvatore

(Rinnovabili.it) – Un altro modo per sfruttare il calore della terra, senza emissioni ed impatto ambientale, è possibile e si chiama geotermia binaria a reiniezione totale. Il nome potrebbe suonare ostico per i non addetti ai lavori ma il suo funzionamento può essere spiegato in maniera semplice. A differenza di quanto avviene nelle tradizionali centrali, dove i fluidi provenienti dal sottosuolo sono usati direttamente per generare elettricità, queste soluzioni a ciclo binario impiegano un secondo fluido di lavoro. Quest’ultimo ha il compiuto di fare, per così dire, da “ponte” tra il geofluido vero e proprio e la macchina.

Perché questo passaggio in più? Perché in questo modo il fluido geotermico non viene mai in contatto con l’impianto termoelettrico e quindi con l’ambiente: dopo aver ceduto il proprio calore è completamente re-immesso nel sottosuolo senza emissioni in atmosfera.

 

Questa soluzione può contare già su diversi impianti attivi all’estero ma in Italia l’evoluzione sembra più lenta. Le prime proposte di geotermia binaria a reiniezione totale hanno preso corpo solo a partire dal 2019. Lo dimostra, ad esempio, il nuovo progetto che sorgerà nel territorio di Abbadia San Salvatore, il comune dell’Amiata che più si è opposto alla vecchia geotermia Flash. L’impianto in questione, uno dei primo a livello nazionale ad impiegare questa tecnologia, è stato al centro dell’evento Dal Nimby al Pimby, tenutosi nei giorni scorsi a Roma.

 

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L’appuntamento ha offerto un momento di confronto tra il sindaco di Abbadia San Salvatore, Fabrizio Tondi, il senatore Gianni Girotto, Presidente della Commissione Industria del Senato, G.B. Zorzoli, Presidente Coordinamento Nazionale FREE e Fabio Roggiolani della rete Giga-Ecofuturo. E soprattutto ha permesso di approfondire il concetto di geotermia a ciclo binario e le ragioni dietro il sì del comune toscano.

“Parliamo di una nuova geotermia non più inquinante perché non emette alcuna sostanza in atmosfera e di un sindaco quello di Abbadia San Salvatore che si è candidato mettendo nel programma questa nuova centrale ed è stato eletto”, ha spiegato Girotto. “Si tratta di sistema che comporta solo benefici per la collettività e che in questo caso non lede il paesaggio”. La nuova centrale a ciclo binario sorgerà nell’area industriale del comune amiatino e, a regime, non si limiterà a produrre elettricità: l’impianto fornirà anche calore ad alcune colture idropiche e all’industria di lavorazione del legno.

 

Oggi – ha commentato Roggiolani – aggiunto abbiamo una nuova tecnologia geotermica pulita che è quella del ciclo binario che non intercetta i fluidi, ma il calore. E in questo senso è incredibile che in Italia, patria della geotermia, dopo dieci anni dalla nuova normativa, non ci sia un solo kWh prodotto con questa tecnologia che invece funziona bene all’estero”. L’associazione Giga no profit, con il suo Responsabile ScientificoProfessor Giuliano Gabbani dell’Università di Firenze, è stata la prima in Italia a battersi per la riconversione dei sistemi geotermici a ciclo aperto e inquinanti, verso gli impianti a ciclo binario e a reiniezione totale. E il primo comune a rivelarsi disponibile in questa direzione è stato proprio quello di Abbadia San Salvatore.

 

“Sulla geotermia non si deve ragionare con i vecchi schemi quali ‘geotermia si, geotermia no’ ma su ‘geotermia come’ – ha ribadito il Sindaco Tondi Oggi dopo trenta anni di lotte contro quelli che sono stati interventi con la geotermia di tipo Flash pesanti, e io sono tra coloro che si opposero anche alla logica dei rimborsi per gli enti locali […] è ora di valutare le vere rinnovabili per i vantaggi che possono portare anche sul fronte dell’economia circolare”.

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