L’industria geotermica in Africa potrebbe arrivare a 13 GW entro il 2050
(Rinnovabili.it) – È una nuova alba quella che splende sulla geotermia africana. Il settore, che oggi conta solo 1 GW di impianti installati a livello continentale, sta aumentando rapidamente l’appeal e secondo Rystad Energy attirerà almeno 35 miliardi di dollari di investimenti entro il 2050. Un deciso salto di qualità rispetto al passato, a dimostrazione di come questa fonte rinnovabile sia destinata a svolgere un ruolo di primo piano per i consumi energetici di domani. Al punto che, secondo le proiezioni di Rystad, supererà per capacità installata la geotermia europea entro il 2030. Per puntare ai 13 GW di potenza attiva entro la metà del secolo. A titolo di confronto per la stessa data il Vecchio Continente dovrebbe poter contare su 5,5 GW geotermici entro la stessa data.
D’altra parte la base di partenza è abbastanza solida. Basti pensare che l’energia geotermica è entrata a far parte del settore energetico africano sin dagli anni ’50. La Repubblica Democratica del Congo è stato il terzo paese al mondo a costruire una centrale geotermica, con la messa in servizio dell’impianto di Kiabukwa nel 1952.
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Un nuovo slancio per la geotermia africana
“L’industria geotermica in Africa sta riprendendo slancio e potrebbe contribuire a soddisfare la crescente domanda in tutto il continente nei decenni a venire”, spiega Daniel Holmedal, analista senior delle catene di fornitura, presso Rystad Energy. “L’analisi dei progetti già annunciati segnala una crescita significativa all’orizzonte, ma gli sviluppi che prevediamo diventino operativi, data l’economia e la domanda, evidenziano davvero la rapida realizzazione. Questa crescita porterà il continente dall’essere il sesto produttore di energia geotermica del 2023 al terzo nel 2030”.
In base alle previsioni Kenya ed Etiopia guideranno la crescita della geotermia africana, rappresentando da sole quasi il 90% della capacità totale. Entrambi i paesi possiedono vaste risorse di calore sotterraneo e secondo la società d’analisi la loro fornitura geotermica potrebbe raggiungere 12 GW di capacità installata (cumulativamente) entro il 2050. Per uno stato come l’Etiopia, la crescita del comparto rappresenta anche una valida strategia di diversificazione della produzione elettrica, oggi per lo più (88%) legata all’idroelettrico, con tutti i nuovi rischi legati al surriscaldamento globale e alla siccità.
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“Le competenze e l’assistenza tecnica internazionali hanno contribuito alla crescita del settore geotermico dell’Africa orientale, favorendo a sua volta lo sviluppo delle competenze nazionali”, spiega Rystad Energy. “Aziende keniane come la Geothermal Development Company (GDC) e la Kenya Electricity Generating Company (KenGen) stanno svolgendo un ruolo chiave nell’aiutare i paesi vicini a stabilire la loro industria geotermica”.