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Geotermia ad alta entalpia, il governo britannico ci riflette

Il ministro Greg Barker si è detto disposto a valutare la possibilità di un contributo in conto capitale per aiutare a costruire il primo impianto di “geotermia profonda” della Gran Bretagna

(Rinnovabili.it) – Come incoraggiare lo sviluppo delle rinnovabili nel Regno Unito? Se ne è discusso ieri a Londra in occasione del Deep Geothermal Symposium, appuntamento clou per gli operatori del settore riuniti a confrontarsi sul tema della geotermia. Quando si parla di energia dalla terra la Gran Bretagna sa di poter far affidamento su una ricca rete di riscaldamento che sfrutta l’energia geotermica a bassa entalpia, detta anche “superficiale” dal momento che gli impianti scambiano il calore con il suolo a basse profondità (1-200 m). Completamente differente è invece il discorso per le centrali ad alta entalpia, che sfrutta sorgenti idrotermiche, geopressurizzate o petrotermiche situate in profondità per la produzione elettrica.

 

Nonostante infatti siano diversi i progetti presentati per sfruttare questi fonti, attualmente non esiste ancora un impianto attivo e poche aziende nel Regno Unito sono disposte a correre il rischio di investire nella tecnologia. A ciò si aggiunge la delusione degli operatori di fronte al nuovo regime di contributi statali (i ROCs),  poco allettante per questo specifico settore.

 

Il governo sembrerebbe però preparato ad invertire la marcia. Il ministro ai Cambiamenti Climatici Greg Barker, parlando ieri al Simposio, ha annunciato di esser pronto a valutare la possibilità di un contributo in conto capitale per sostenere la prima applicazione di questa tecnologia. Tuttavia, ha anche avvertito che tale concessione sarebbe soggetta alle norme sugli aiuti di Stato da parte dell’Unione Europea che potrebbe impedire che il progetto riceva ulteriori sovvenzioni oltre ai ROC.