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La geotermia a bassa entalpia sposa le altre rinnovabili

La geotermia a bassa entalpia sposa le altre rinnovabili(Rinnovabili.it) – Quindici partner tra agenzie energetiche, amministrazioni locali e istituti di ricerca di otto Paesi riuniti assieme dall’obiettivo di dimostrare il possibile utilizzo innovativo e sostenibile della geotermia a bassa entalpia integrata con altre fonti rinnovabili. In una sola parola GeoSEE, progetto europeo avviato nel 2012, e tutt’ora in corso, che ha da poco presentato i risultati del primo anno di lavoro. I partner dell’iniziativa, che vede coinvolti per l’Italia il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università degli Studi di Padova, la Provincia di Padova e il Consorzio Energia Veneto, si sono incontrati in Bulgaria per fare il punto della situazione e pianificare gli obiettivi futuri. Come spiega lo stesso ateneo padovano, la valutazione dei risultati finora raggiunti ha permesso di rilevare le enormi potenzialità relative alla geotermia a bassa-temperatura nell’Europa Sud-Orientale e in particolare sul territorio italiano.

 

“L’analisi delle tecnologie impiegate, e quindi disponibili, per un utilizzo integrato della fonte geotermica congiuntamente ad altre fonti rinnovabili (biomassa, biogas, solare-fotovoltaico) ha evidenziato il crescente interesse tecnico, comunque correlato a quello economico, per la possibile produzione di energia elettrica su piccola-media scala”. Ad oggi GeoSEE ha dimostrato l’efficacia di un sistema che integri più risorse rinnovabili e più specificatamente di un sistema fondato sull’uso di impianti basati su cicli binari e su cicli Rankine a fluido organico (utilizza sostanze organiche con bassa temperatura di cambiamento di fase). Il lavoro svolto ha evidenziato quelli che saranno i prossimi passi, dalla necessità di creare un sistema informativo geografico online (WebGIS) per pianificare geograficamente gli investimenti a quella di sviluppare strategie di penetrazione nel mercato. La successiva analisi economica, che sarà completata nei primi mesi del 2014 e presentata nel meeting di marzo in Romania, aiuterà a testare la sostenibilità finanziaria di possibili progetti dell’uso integrato delle energie rinnovabili nonché a identificare le condizioni che permettono un investimento sostenibile.

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