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Energia geotermica europea: alto potenziale ma sostegno limitato

Energia geotermica europea: alto potenziale ma sostegno limitato

 

(Rinnovabili.it) – L’Europa ha tutte le carte in tavola per crescere ancora sul fronte dell’energia geotermica e per farlo a costi contenuti. Il come lo spiega l’ultimo rapporto del Centro Comune di Ricerca della Commissione europea, dal titolo Geothermal Energy Status. La relazione presenta lo stato di avanzamento della geotermia all’interno dei Ventotto concentrandosi su tre tecnologie di sfruttamento attualmente in uso: le pompe di calore geotermiche con i loro 14,9 GW istallati a livello europeo, l’uso diretto con 3 GW totali e gli impianti ad alta entalpia con i loro 0,95 GW di capacità installata.

 

Trai i risultati del report si legge che  la capacità installata delle pompe di calore ha aumentato i suoi tassi di crescita annui del 10% a partire dalla metà degli anni 1990, con un focus principale in USA ed Europa; proprio in quest’ultima ha raggiunto circa 14,9 GWth (pari a 1,2 milioni di unità) espandendosi soprattutto in mercati come la Svezia, la Germania, la Francia e l’Austria. Il rapporto identifica anche l’implementazione di una nuova tecnologia, denominata geotermia migliorata o ingegnerizzata (in inglese Enhanced geothermal systems, in breve EGS) come uno degli elementi chiave per espandere il potenziale del settore.

 

Questa tecnologia, ancora molto criticata, comporterebbe la stimolazione di risorse calde profonde normalmente non sfruttabili per mancanza serbatoi geotermici naturali. Secondo gli autori, le maggiori sfide tecnologiche per l’EGS sarebbe in parte state superate e il settore si presterebbe ad offrire una potenza tra i 1.200 e i 12.000 GW a livello mondiale. Ad oggi però manca il sostegno pubblico necessario e il motivo è facile da comprendere: l’EGS si basa su un processo di stimolazione controllata del sottosuolo roccioso che può indurre sismicità. Pertanto la gestione e il funzionamento sicuro della geotermia ingegnerizzata hanno bisogno di essere sviluppati e testati in tutta una serie di condizioni geologiche differenti. Dal momento che si tratta di test costosi, effettuati modellando il comportamento dei vari tipi di serbatoi, il settore dovrà essere aiutato, dal punto di vista finanziario – suggeriscono gli autori – se si intende davvero sfruttarne il potenziale.

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