(Rinnovabili.it) – Doveva vedere la luce all’inizio dell’anno, ma per il Decreto FER2 il percorso si sta inevitabilmente rivelando più lungo del previsto. In queste settimane, il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, ha assicurato che il provvedimento sarebbe già definito, pronto (o quasi) a l’iter a livello europeo. Ma l’attesa continua e, nonostante le rassicurazioni fornite a più riprese dal Ministero dello Sviluppo economico, gli operatori delle green energy nutrono ancora diversi dubbi sulla bontà delle norme.
Il decreto FER2 nasce con l’obiettivo di completare il lavoro svolto dal DM FER1, definendo regole e incentivi per le cosiddette rinnovabili innovative, sinonimo in questo caso di tecnologie più costose dei tradizionali eolico e fotovoltaico. In questo gruppo dovrebbero rientrare biogas, solare termodinamico e geotermia.
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Secondo quanto affermato dalla sottosegretaria al MiSE, Alessandra Todde in un’interrogazione in commissione Attività produttive alla Camera, una delle priorità d’azione sarà quella di sostenere l’energia geotermica migliorandone l’impatto. “Si è concordato sul fatto che è opportuno promuovere la realizzazione di nuovi assetti – aveva dichiarato Todde – che migliorino sostanzialmente le prestazioni ambientali, poiché sono oggi disponibili soluzioni tecnologiche che consentono tale risultato con un’accettabile maggiorazione degli incentivi”.
Nel frattempo le associazioni di categoria hanno rivolto diversi appelli al Governo, l’ultimo quello firmato da EBS, Associazione dei Produttori di Energia da Biomasse Solide e UGI– Unione Geotermica Italiana. Le due realtà hanno deciso avviare un percorso di collaborazione e sostegno reciproco. E insieme hanno scritto oggi al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli per chiedere una nuova attenzione a biomasse e geotermia nel decreto FER2. A partire dal riconoscimento di una forma di sostegno alla generazione energetica, aggiuntiva ai ricavi di vendita dell’energia sul libero mercato.
Nella missiva, EBS e UGI sottolineano anche la necessità di rendere efficiente il percorso autorizzativo per nuovi impianti, con iter chiari e tempistiche certe. E puntando il dito anche sulla tutela delle centrali esistenti e in esercizio, per scongiurare il rischio di una progressiva dismissione.
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“Siamo felici – dichiara Adele Manzella, Presidente UGI – di annunciare l’inizio di un nuovo percorso insieme adEBS. Crediamo molto in questa collaborazione e siamo sicuri che porterà risultati concreti aprendo grandi opportunità per entrambe le Associazioni”.
“Riteniamo fondamentale – ha aggiunto Antonio Di Cosimo, Presidente di EBS – che le aziende del settore vengano salvaguardate, anche allo scadere del vigente sistema incentivante, così da garantire la sostenibilità degli interventi di ammodernamento e di mantenimento in condizioni ottimali di esercizio della capacità produttiva installata”.