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CO2 Radicondoli, quando il “CCS” incontra la geotermia

CO2 Radicondoli, quando il "CCS" incontra la geotermia(Rinnovabili.it) – Mentre una parte di industria si interroga su come eliminare (o nascondere) la CO2 dall’equazione energetica del termoelettrico, ce ne è un’altra che sull’anidride carbonica ha legato gran parte del proprio business. Oggi infatti l’utilizzo industriale di questo gas vanta un giro d’affari molto ampio: lo si impiega quotidianamente per aggiungere le bollicine alle bevande, per bloccare la fermentazione del vino, per conservare gli alimenti e perfino per il trattamento delle acque.

 

Per soddisfare le esigenze di questi settori, la pratica più diffusa è quella di perforare il terreno ed estrarre la CO2. Una prassi a cui la Toscana ha deciso di mettere un freno nel 2014, bloccando  le concessioni alle aziende interessate a coltivare anidride carbonica sul suo sottosuolo. In realtà lo stesso provvedimento che stoppa l’estrazione del gas dal terreno, apre un’altra possibilità per la Regione: sfruttare l’anidride carbonica emessa dagli impianti geotermici. Con la delibera 756 del 2014, la giunta toscana ha infatti stabilito che al posto delle nuove perforazioni, i soggetti interessati possano avvalersi gratuitamente, tramite accordi stipulati tra Amministrazione regionale ed Enel Green Power, della CO2 in uscita dagli impianti di AMIS (abbattitore di mercurio e idrogeno solforato).

 

Il primo effetto concreto di questo provvedimento, prende corpo proprio in questi giorni con la realizzazioni di “CO2 Radicondoli”, stabilimento di captazione e purificazione di anidride carbonica da fluido geotermico proveniente dalla centrale Nuova Radicondoli di Enel Green Power. Il fluido sarà prelevato grezzo in uscita dall’AMIS e sarà trasportato mediante un collettore di nuova realizzazione allo stabilimento di produzione. Qui la CO2 presente nel fluido proveniente dall’AMIS verrà sottoposta ad un processo di purificazione e liquefazione per poi essere stoccata in serbatoi dedicati e destinati alla commercializzazione in campo alimentare, medicale e per la depurazione delle acque.

 

“Si tratta di un’importante operazione di economia circolare – commenta l’assessore Federica Fratoni – che consente di sfruttare in termini produttivi la CO2 che altrimenti verrebbe dispersa in aria. Allo stesso tempo diventa una buona pratica industriale che la Regione si augura possa essere riproposta per ciascuna delle centrali geotermoelettriche che si trovano sul territorio”.

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