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La corsa al gas naturale degli USA? Costerà più delle rinnovabili

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Quattro casi studio sul gas naturale negli USA

(Rinnovabili.it) – I produttori di energia si stanno affrettando a spostare le proprie attenzioni dal carbone al gas naturale, consacrato al ruolo di carburante di transizione nella maggior parte dei mercati sviluppati. Ma in meno di 10 anni gran parte dei nuovi impianti e infrastrutture saranno più costosi da gestire rispetto alle strutture alimentate a fonti rinnovabili. A sostenerlo è oggi un’analisi rilasciata dal Rocky Mountain Istitute (RMI) che avverte investitori e contribuenti: la corsa al gas naturale lascerà conti salati. L’Istituto si è concentrato sul mercato statunitense dove utility e sviluppatori indipendenti hanno già annunciato piani d’investimento da oltre 110 miliardi di dollari dedicati al gas. “Il sistema di alimentazione statunitense è una delle più grandi, complicate e costose macchine al mondo, ma la principale infrastruttura di rete ha parecchi anni e non sta invecchiando con grazia”, spiega l’RMI.  Lo studio ha estrapolato i trend attuali calcolando che da oggi al 2030 saranno necessari 520 miliardi di dollari per sostituire tutte le vecchie centrali elettriche dismesse o in via di dismissione con nuovi impianti a ciclo combinato o a turbogas. “Questo richiederà altri 480 miliardi dollari di carburante e il rilascio di 5 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2030 che diverrebbero 16 miliardi nel 2050”, scrivono gli autori.

 

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“Per fortuna, le nuove centrali a gas non sono l’unica opzione che gli Stati Uniti hanno”, aggiunge l’istituto. Gli autori hanno esaminato il ruolo potenziale dei “portafogli di energia pulita”, risorse energetiche distribuite e rinnovabili unite a impianti di accumulo che possano fornire gli stessi servizi di rete delle nuove centrali a gas. Lo studio rivela che entro il 2026 sarà meno costoso costruire nuovi portafogli rinnovabili che gestire questi giovani impianti fossili.

Nel dettaglio RMI ha esaminato quattro casi studio di impianti a gas proposti da aziende di servizi pubblici negli Stati Uniti. Questi comprendevano due centrali a ciclo combinato, progettate per operare ad alta capacità, e due a turbogas, progettate per il funzionamento nelle ore di punta. In tutti e quattro i casi, lo studio ha trovato che i portafogli di energia pulita possono essere competitivi in ​​termini di costi, soddisfacendo al contempo tutti i servizi di rete richiesti e l’affidabilità a livello di sistema. In tre dei quattro casi, la soluzione verde offriva un risparmio fino al 60% sul gas.

 

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