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G7 energia, l’amministrazione Trump mette tutto in stand-by

Gli USA chiedono più tempo: salta la dichiarazione finale del G7 energia di Roma, apertosi all’insegna del gas e della cybersecurity

G7 energia, l'amministrazione Trump mette tutto in stand-by

 

 

(Rinnovabili.it) – Il ciclone Trump colpisce ancora e stavolta a farne le spesse è il G7 Energia di Roma che si chiude oggi senza una dichiarazione finale congiunta. “Non è stato possibile firmarla”, spiega il  padrone di casa, il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, perché “gli Usa stanno rivedendo le loro politiche energetiche e quindi hanno chiesto più tempo per definirle anche rispetto all’accordo di Parigi sul clima. Nessuna frizione, assicura il ministro, ma solo un “dibattito costruttivo”.

 

Sta di fatto che la carta ambientale, da sempre giocata dal G7 come mero pretesto piuttosto che come impegno reale, sembra aver inceppato il dialogo, spingendo gli Stati Uniti a chiamarsi in qualche modo fuori. Cosa ancora più importante, sembra dare una prima immagine di quello che le Parti dell’UNFCCC si dovranno aspettare alla prossima COP sul clima. Se i ministri di Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito ha ribadito il loro impegno per l’attuazione dell’accordo di Parigi infatti, il Segretario dell’Energia statunitense Rick Perry ha tenuto a sottolineare le riserve americane sul tema che “saranno comunicate in una data futura”.

 

Ma anche senza dichiarazione congiunta, il vertice romano si chiude con diverse intese di massima sulla lunga lista di temi al centro della due giorni. “È stato raggiunto un accordo su molti argomenti importanti come gli sforzi congiunti per garantire la sicurezza energetica all’Ucraina, il ruolo futuro del gas, la cybersecurity nel settore energetico”, ha affermato Calenda che porta a casa un importante consenso: quello sul progetto del gasdotto EastMed, che dovrebbe portare in Europa il gas dei giacimenti di Israele e Cipro nel Mediterraneo orientale. Il progetto del nuovo “corridoio strategico”, lungo 2.200 chilometri e profondo 3, è stato presentato al summit del G7 Energia dopo la firma d’impegno alla realizzazione, lo scorso 4 aprile, da parte di Italia, Israele, Cipro, Grecia e Unione europea. I lavori potrebbero partire alla fine del 2017 per permettere la commercializzazione delle riserve energetiche, per 2mila miliardi di metri cubi di gas, entro il 2025.