(Rinnovabili.it) – Più di 280 miliardi di dollari di progetti nel settore del gas naturale liquefatto programmati nel corso del prossimo decennio rischiano il blocco in caso di accordo sul clima che rispetti il target dei 2 °C. Il nuovo rapporto del think tank Carbon Tracker è una vera bomba, che mina alla base la strategia europea tutta schiacciata sullo sviluppo del gas.
I progetti riguardanti il GNL vertono sulla compressione del gas metano in navi cisterna per l’esportazione. È ciò che sperano Stati Uniti, Canada e Australia per sfruttare pienamente le riserve nazionali di metano da scisti bituminosi, lo shale gas ottenuto con il fracking.
Ma la nuova analisi mostra che se le emissioni verranno tagliate in maniera da contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto del tetto concordato a livello internazionale, molti progetti di GNL diverranno superati ancor prima di partire.
La relazione conclude che, nel corso dei prossimi 10 anni, 82 miliardi di impianti in Canada, 71 negli Stati Uniti e 68 in Australia sarebbero in eccedenza rispetto al fabbisogno. Analizzando i mercati nordamericani ed Europei, l’analisi ha desunto che i progetti riguardanti il gas tarati che prevedono una produzione più cara di 10 dollari al MMBtu (1 MMBtu = 293 kWh) rischiano di essere bloccati da un giro di vite internazionale sulle emissioni.
«Gli investitori dovrebbero scrutare il vero potenziale di crescita delle imprese di GNL nei prossimi dieci anni – ha detto James Leaton, capo ricercatore di Carbon Tracker – L’attuale eccesso di offerta di GNL significa che ci sono già progetti in coda in attesa di entrare in funzione. Non è chiaro però se saranno necessari e potranno generare valore per gli azionisti».
Il futuro del gas, secondo il rapporto, arriva fino al 2040, ma non per tutti i progetti previsti. Carbon Tracker rileva che 16 delle 20 più grandi società di GNL del mondo stanno realizzando che i loro grandi piani per il prossimo futuro difficilmente verranno considerati necessari a soddisfare la domanda di gas al 2025 se si raggiungesse un accordo sul clima.
«L’età d’oro del gas non è mai arrivata nella maggior parte delle zone del mondo – afferma il rapporto – Con i costi delle rinnovabili in calo, sta lottando per competere in alcuni mercati, e potrebbe essere presto fuori mercato in altri».