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La Francia verso lo stop definitivo agli scisti bituminosi

La riforma del Codice minerario arriverà in parlamento la prossima settimana: ieri sera inserito un emendamento che vieta ogni esplorazione e attività di sfruttamento degli idrocarburi non convenzionali

La Francia verso lo stop definitivo agli scisti bituminosi

 

(Rinnovabili.it) – Parigi fa un passo avanti verso il bando definitivo dello sfruttamento degli scisti bituminosi. La Francia aveva già bandito il fracking nel luglio del 2011, ma aveva tuttavia lasciato la porta aperta a tecniche alternative per estrarre lo shale oil & gas. Adesso i deputati francesi dovranno finalmente votare la riforma del Codice minerario (attesa da 5 anni), dove i socialisti hanno inserito un emendamento importante: prevede il divieto di qualsiasi attività di esplorazione e sfruttamento degli scisti, a prescindere dalla tecnica utilizzata.

Ieri sera il testo è stato votato dalla commissione sullo Sviluppo sostenibile dell’Assemblea nazionale. L’emendamento è passato. Ma l’iter legislativo è ancora lungo. La riforma sarà presentata in parlamento la settimana prossima. I repubblicani potrebbero cercare di annacquare il testo o di rimuovere del tutto l’emendamento, visto che molti esponenti non sono contrari in linea di principio allo sfruttamento dello shale. In ogni caso, dopo aver ricevuto luce verde dai deputati, il provvedimento dovrà ancora passare al vaglio del Senato.

 

La Francia verso lo stop definitivo agli scisti bituminosiTutto ciò a pochi mesi dalle elezioni presidenziali di aprile-maggio: non è impossibile che un tema così sensibile venga rinviato a dopo la campagna elettorale. E non è un caso che gli attivisti che si oppongono allo shale siano piuttosto pessimisti, a partire dal movimento “Stop au gaz de schiste” dell’Ardèche. Infatti il candidato della destra repubblicana, François Fillon, scrive chiaro e tondo nel suo programma che bisogna rivedere il bando del fracking. Fillon, peraltro, vorrebbe cancellare la decisione del 2011 togliendo dalla Costituzione il principio di precauzione, che inserì il presidente Chirac e che innerva tutti i trattati costitutivi dell’Unione Europea. Ma anche a sinistra si intravedono tentennamenti: alcuni deputati socialisti sono a favore dello shale, il “fuoriuscito” Macron resta un’incognita e i candidati alle primarie socialiste potrebbero temporeggiare per non perdere voti preziosi.

Ostenta invece ottimismo Laurence Abeille, deputata dei Verdi (EELV) di Val-de-Marne: “L’obiettivo di questo disegno di legge è di fissare bene il quadro. Abbiamo un impegno da rispettare verso le generazioni future su questo tema. Bisogna scriverlo nel marmo, così che sia impossibile sfruttare gli idrocarburi non convenzionali nel nostro paese”.