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La bolla del fracking scoppierà sui produttori di sabbia?

Prima dell’arrivo del fracking, le aziende commerciavano sabbia con l’industria del vetro. Ora hanno visto schizzare alle stelle il business, ma per quanto?

La bolla del fracking scoppierà sui produttori di sabbia

 

(Rinnovabili.it) – Quando il fracking diventerà diseconomico, che fine faranno i produttori di sabbia? Qualcuno comincia a chiederselo già oggi, che la produzione dello shale gas comincia a tossicchiare un po’. Molte aziende che sono entrate nel commercio della sabbia – utilizzata nella fratturazione idraulica per impedire alle crepe di richiudersi e permettere al gas di filtrare – si trovano per la prima volta a fare i conti con la giostra del business energetico, soggetto a cicli che alternano momenti di picco produttivo a tonfi vertiginosi. Secondo gli analisti del settore, non tutti cadranno sul morbido quando scoppierà la bolla del fracking, già annunciata da tempo ma destinata comunque a esplodere con fragore. Sì, perché nonostante se ne parli in diversi ambienti, la politica e le grandi aziende di trivellazione tendono a minimizzare il problema, ventilando il prosieguo nel futuro di un’età dell’oro per l’energia americana.

 

Il fracking ha spinto la produzione di petrolio americano sopra 9 milioni di barili al giorno, portando gli USA ad appaiare prima, a superare poi, la produzione di Arabia Saudita e Russia. In questa battaglia per la ridefinizione degli equilibri geopolitici del mondo, sono stati coinvolti anche i produttori di sabbia. Fino a quel momento, i maggiori clienti di queste aziende erano i costruttori di campi da golf e l’industria del vetro. Da qualche anno, invece, alla loro porta hanno cominciato a bussare i produttori di petrolio. Ora circa il 60% del loro giro d’affari è legato al fracking. Lo dicono gli analisti di PacWest Consulting Partners, che si occupano di fare previsioni sulla domanda in questo settore.

 

Ma adesso che i prezzi del petrolio sono scesi, molte aziende di fratturazione hanno deciso di economizzare. Cattiva notizia per i produttori di sabbia, sottolineato anche dalla rivisitazione delle proprie previsioni da parte di PacWest. All’inizio dell’autunno, le proiezioni degli analisti delineavano uno scenario in cui la produzione di sabbia sarebbe cresciuta del 20% annuo nel 2015 e nel 2016. Ma dopo il crollo del prezzo del petrolio, ora le previsioni dicono che la domanda resterà piatta.