(Rinnovabili.it) – Un testo che di “moderno, sostenibile ed equo” sembra avere ben poco. A distanza di un paio di giorni dall’uscita del Quinto Conto Energia e del Decreto sulle altre rinnovabili elettriche, arrivano puntuali le prime reazioni delle Associazioni del settore delle rinnovabili, per niente soddisfatte di quanto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il prossimo martedì 10 luglio.
Dura la presa di posizione del Presidente di ISES ITALIA, G.B. Zorzoli, per il quale il Governo ha ignorato quasi tutti i miglioramenti proposti dalle Regioni e dalle Associazioni per migliorare i testi, per’altro senza promuovere come si deve e come era stato annunciato le rinnovabili termiche e l’efficienza energetica.
«Se questo fosse l’obiettivo – si chiede Zorzoli – perché i relativi provvedimenti che, ai sensi del Decreto 28/2011, dovevano essere varati entro settembre dello scorso anno, ancora non sono pronti e supereranno quindi il già inqualificabile ritardo con cui è stato emanato il decreto sulle altre rinnovabili elettriche? Perché non si è dato vita nemmeno al fondo di garanzia, essenziale per lo sviluppo del teleriscaldamento a biomasse?»
Agli interrogativi retorici di Zorzoli si aggiunge anche la constatazione di una mancata riduzione degli ostacoli burocratici nelle bozze di decreto in circolazione, una mossa che a detta della Associazioni avrebbe ridotto i costi indiretti e scoraggiato manovre speculative a vantaggio di scelte imprenditoriali reali. «Invece di un diniego – ha proseguito Zorzoli – un Governo realmente interessato ad aumentare gli incentivi alle rinnovabili termiche e all’efficienza energetica a tali richieste avrebbe potuto contrapporre lo scambio fra la riduzione dei costi indiretti, prodotta dalle semplificazioni burocratiche, e una riduzione di pari entità agli incentivi per il fotovoltaico e le altre rinnovabili elettriche».
Sulla stessa linea d’onda anche il Presidente di APER, Agostino Re Rebaudengo, per il quale i nuovi decreti rappresentano una scelta recessiva per il Paese e preoccupano per la permanenza di alcuni gravi elementi, come l’assenza di un periodo transitorio che tuteli gli investimenti in corso, la mancata opportunità di sviluppo per le filiere produttive e l’introduzione di aste, contingenti annuali di potenza e registri anche per gli impianti di piccola taglia, che di certo non riducono gli “extra-costi” dovuti alla burocrazia. Per Rebaudengo è preoccupante anche il non aver predisposto politiche di supporto per il raggiungimento della grid parity.
«Stupisce – ha commentato – che i provvedimenti non contemplino infatti la possibilità dell’innalzamento del limite dello scambio sul posto e l’implementazione dei SEU, che potrebbero al contrario rappresentare un nuovo paradigma di sviluppo per la generazione distribuita. Misure queste ultime che contrastano palesemente con gli obiettivi europei sia in tema di energie rinnovabili sia di efficienza energetica, e ancor di più con quelli di recupero di produttività del nostro Paese».