Se il modulo solare è targato “Made in China” la società dovrà pagare l’equivalente della sovvenzione governativa ricevuta in patria. Lo ha deciso il Dipartimento del commercio americano
Gli importi tariffari, in realtà non rispecchiano le aspettative del comparto americano che li considera troppo bassi rispetto alla forte concorrenza asiatica, ma la decisione è individuata da molti come la leva che allenterà le tensioni commerciali tra le due potenze. Per Jigar Shah, presidente della Coalition for Affordable Solar Energy, si tratta di “un risultato relativamente positivo per l’industria solare degli States ed i suoi 100.000 dipendenti. Tuttavia, le tariffe, grandi o piccole, faranno del male all’occupazione nazionale e prolungheranno la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Fortunatamente, questa decisione non farà aumentare significativamente i prezzi solari negli Stati Uniti”.