I 2.5 GW di fotovoltaico nel 2014 sono una vittoria di Pirro. In UE rispetto al 2011 i numeri sono calati del 65%: colpa di tagli retroattivi ai sussidi
(Rinnovabili.it) – Il Regno Unito è il primo Paese in Europa per capacità solare installata nel 2014, davanti a Germania e Francia. Non solo, ma è sulla buona strada per restare sulla cresta dell’onda del fotovoltaico anche nel 2015. Il primato ha una spiegazione piuttosto precisa: deriva dalla corsa per portare a termine i progetti prima che entrino in vigore i tagli drastici agli incentivi varati dall’esecutivo all’inizio del mese.
Le stime mostrano che il Paese ha installato 2.5 GW lo scorso anno, e nei primi mesi del 2015 ha già raggiunto i 2 GW: nei prossimi 9 mesi si prevede che questi numeri cresceranno ancora, fino a toccare i 3 GW alla fine dell’anno. Stime che potrebbero cambiare a seconda del risultato delle elezioni in programma il mese prossimo.
Tuttavia, la forte performance del Regno Unito non fa esultare nessuno: infatti, il record arriva nel bel mezzo di un periodo difficile per il solare europeo. I dati preliminari dell’EPIA, l’associazione dell’industria del fotovoltaico nel Vecchio Continente, mostrano che i tassi di installazione in tutta Europa sono decisamente calati nel corso degli ultimi quattro anni. L’analisi rivela che meno di 7GW è sono stati installati nel 2014, un terzo rispetto ai 21GW del 2011. La colpa del crollo verticale, secondo EPIA, è del combinato disposto di due eventi calamitosi: da una parte il taglio retroattivo ai sussidi votato da alcuni governi (guarda caso tra questi c’è quello italiano con il suo Spalma Incentivi, finito sotto nell’occhio del ciclone), dall’altra l’introduzione di dazi sulle importazioni di pannelli solari cinesi a basso costo.
Di fronte a questo scenario, i produttori e gli sviluppatori non possono rallegrarsi. Nel regno Unito, tuttavia, qualcuno può tirare a campare ancora per questi mesi utilizzando il sistema delle Renewables Obligation – nome inglese che definisce i sussidi al fotovoltaico appena tagliati – grazie ad una scappatoia fornita dalla politica per i progetti già in piedi.