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UE: non ci sarà nessun blocco sui pannelli solari importati

La Commissaria europea all'Energia, Kadri Simson, ha dichiarato che l'UE non chiuderà i propri confini al fotovoltaico cinese

pannelli solari importati
via Depositphotos. Foto di ChinaImages

I problemi delle fabbriche europei di fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – Non vi sarà nessuna riduzione o messa al bando dei pannelli solari importati nell’Unione Europea. Lo ha dichiarato stamane la Commissaria all’Energia, Kadri Simson, prima del Consiglio dell’Ue, rispondendo alle preoccupazioni degli sviluppatori di impianti. La questione, tuttavia, rimane complessa.

Oggi l’industria fotovoltaica europea sta vivendo un momento critico, schiacciata tra due grandi competitor con cui, per ora, è impossibile rivaleggiare. Tra la produzione cinese, che nell’ultimo anno ha investito parecchio per aumentare la capacità (abbassando i prezzi), e gli incentivi dell’Inflation Reduction Act, la legge statunitense che supporta le industrie verdi USA, le fabbriche di moduli e celle in Europa hanno iniziato a zoppicare. E in alcuni casi anche a cadere rovinosamente a terra. É successo all’azienda svizzera Meyer Burger che ha da poco annunciato la chiusura del suo stabilimento di Freiberg, in  Germania, dopo un periodo segnato da perdite finanziarie. Oggi l’azienda non nasconde di voler spostare la sua attenzione negli Stati Uniti, dove sta realizzando due impianti produttivi da 2 GW l’anno ciascuno.

Un duro colpo, sintomatico di una situazione più vasta e complessa come spiegava solo poco tempo fa Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe. “I produttori europei di fotovoltaico si trovano in un panorama diverso rispetto a maggio 2022, quando era stata annunciata la strategia solare dell’UE. Oggi stanno fallendo. Sono assolutamente necessari maggiore sostegno e un migliore accesso agli aiuti”.

Pannelli solari importati, no a misure protezionistiche

Un punto caro all’associazione è che l’UE non ricorresse ai ripari con misure di difesa commerciale, come ad esempio i dazi antidumping o un tetto alle importazioni di pannelli solari importati. “I nostri modelli suggeriscono che le cosiddette misure di salvaguardia sul fv potrebbero portare a un calo di oltre il 30% delle installazioni solari nel 2024, e a dimezzarne l’implementazione negli anni a venire”, aveva sottolineato Hemetsberger.

La commissaria europea sembra aver rassicurato gli animi. “Ci sono diverse proposte su come sostenere la nostra industria, ma chiaramente non possiamo chiudere i nostri confini perché abbiamo bisogno di pannelli solari”, ha dichiarato Simson ai giornalisti . “Dobbiamo sostenere il nostro settore, ma abbiamo bisogno che tutti i prodotti raggiungano i nostri obiettivi molto ambiziosi”.

Le prossime mosse? Sono state ipotizzate in una lettera che Simson e il commissario UE per l’industria Thierry Breton hanno inviato ai ministri dell’Energia UE prima dell’incontro odierno. Secondo l’Agenzia stampa Reuters, che ha potuto vedere la missiva in anteprima, i suggerimenti di Bruxelles includono l’utilizzo di maggiori aiuti statali nazionali per sostenere i produttori di moduli fotovoltaici e l’organizzazione di aste e programmi di sostegno per i pannelli ad “alto impatto ambientale e lavorativo”. 

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.