(Rinnovabili.it) – La tanto attesa decisione di Bruxelles sul futuro del fotovoltaico cinese importato in Europa è finalmente arrivata. La Commissione europea ha terminato la fase preliminare dell’inchiesta, avviata lo scorso anno, per determinare la presenza o meno di pratiche di commercio illegali da parte del mercato fotovoltaico asiatico presentando la proposta preliminare di tassazione compensativa nei confronti dell’import “made in China”. Secondo quanto riferito da alcune fonti dell’UE, l’esecutivo avrebbe formalmente deciso di imporre, sui moduli fotovoltaici cinesi e la relativa componentistica, dazi antidumping provvisori variabili a seconda dell’azienda da un minimo del 36% a un massimo del 68%, e con un valore medio del 47%.
Ad incidere sull’importo stabilito sarà il grado di collaborazione che le singole imprese cinesi hanno mostrato in fase di inchiesta, che dovrebbe terminare ufficialmente a fine dicembre 2013. Un comitato ad ho dovrà ora valutare la proposta e i dazi provvisori saranno attuati con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che dovrà avvenire entro e non oltre il 5 giugno, in base alle norme comunitarie.
In realtà perché la misura diventi effettiva e dunque venga applicata per i prossimi cinque anni o debba essere revocata, bisogna aspettare la decisione del Consiglio europeo a fine anno. Gli stati membri sono comunque in netta maggioranza favorevoli alla misura. La decisione è stata subito definita “molto preoccupante” da AFASE (Alliance for Affordable Solar Energy), una coalizione di oltre 400 società dell’Industria del Fotovoltaico Europeo che nei giorni passati ha spiegato come i dazi ad un livello del 15% distruggerebbero l’85% della domanda di fotovoltaico dell’UE.