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Tetti fotovoltaici in Europa, quale paese si impegna di più?

CAN Europe ed eco-union pubblicano un aggiornamento del Rooftop Solar PV Comparison lanciato nel 2022. L'Italia in due anni ha migliorato il suo punteggio, posizionandosi, in termini di nuovi sforzi, al terzo posto nella classifica europea a pari merito con la Grecia

Foto di Peter Robbins su Unsplash

Tetti fotovoltaici in Europa: Francia e Lituania le più impegnate nel supporto

(Rinnovabili.it) – Quali Paesi si stanno impegnando di più nella diffusione e facilitazione dei tetti fotovoltaici in Europa? Alla domanda risponde il nuovo report di CAN Europe ed eco-union, aggiornamento del documento pubblicato originariamente nel 2022. A ben due anni di distanza le cose appaiono abbastanza cambiate, e per lo più in meglio. Le undici nazioni osservate – tra cui l’Italia – hanno nella maggior parte dei casi alzato l’asticella dell’impegno, superando di 19 punti il risultato complessivo del 2022.

Questa crescita non sorprende più di tanto considerando che la crisi energetica innescata dalla guerra russa in Ucraina ha agito come leva per la diffusione delle tecnologie rinnovabili residenziali. Ma il rapporto entra nel dettaglio fornendo una panoramica completa dello stato attuale dei tetti fotovoltaici domestici in Europa ed evidenziando i successi e i passi indietro.

Sette aree chiave

Il lavoro svolto dalle due associazioni ha assegnato a ciascun Paese un punteggio in sette aree chiave: governance, incentivi e programmi di sostegno, procedure di autorizzazione, condivisione dell’energia e autoconsumo collettivo e comunità energetiche, insieme a qualsiasi misura aggiuntiva implementata (ad esempio l’introduzione dei contatori intelligenti).

Il sistema di valutazione “si basa su un approccio qualitativo utilizzato a fini di comunicazione che incorpora il contributo e le percezioni delle organizzazioni nazionali CAN Europe che hanno partecipato al rapporto, con alcuni aggiustamenti per garantire la comparabilità e l’equilibrio tra i profili nazionali. Non tenta in ogni caso di stabilire una comparabilità quantitativa oggettiva nelle prestazioni degli Stati membri analizzati. Prende come riferimento i punteggi del rapporto pubblicato nel maggio 2022. Pertanto, i progressi verso un punteggio migliore dovrebbero essere la regola generale nella maggior parte dei paesi. Tuttavia, in alcuni casi, la regressione è possibile”.

Tetti fotovoltaici in Italia: bene ma non benissimo

Si scopre così che l’Italia, grazie anche ad un nuovo quadro normativo orientato all’autoconsumo energetico, ha migliorato il suo punteggio. Nel dettaglio il Belpaese è passato dai 16 punti del 2022 ai 18 del 2024. Posizionandosi, in termini di impegno, dietro Francia (20 punti) e Lituania (19), a pari merito con la Grecia.

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Tra gli strumenti messi in campo per incrementare la quota di tetti solari in Italia vanno citate ovviamente le detrazioni fiscali e i sussidi agli investimenti, unitamente ad un processo di semplificazione delle autorizzazioni di cui hanno beneficiato gli impianti fotovoltaici residenziali. Inoltre Decreti come quello sulle comunità energetiche rinnovabili offrono oggi nuove prospettive di crescita per il solare su piccola scala.

Ma ci sono anche i lati negativi, a partire dalla mancanza di specificità nel PNIEC su alcuni aspetti chiave come i volumi per gli impianti fotovoltaici su tetto. O il grande caos creato con le detrazioni fiscali per l’edilizia. Il documento ritiene necessarie anche ulteriori misure in termini di finanziamento di programmi di formazione per installatori e personale amministrativo, nonché la progettazione di campagne di sensibilizzazione pubblica che mostrino i vantaggi e il potenziale del solare fotovoltaico al fine di accelerarne l’adozione.

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