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Tasse sui pannelli solari, sgravi alle industrie pesanti

Fisco impazzito: detassa centrali a carbone e raffinerie, ma i pannelli solari integrati nelle strutture continuano a concorrere alla stima catastale

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(Rinnovabili.it) – Una nuova beffa del fisco per chi ha messo i pannelli solari sul tetto di casa. Dal 1 febbraio, la circolare 2/E dell’Agenzia delle entrate stabilisce che gli impianti fotovoltaici negli immobili urbani speciali e particolari continuano a concorrere alla determinazione della stima catastale, perciò verranno tassati. Al contrario, le industrie più pesanti e inquinanti potranno godere di varie esenzioni.

«All’Agenzia delle entrate sono diventati nemici dell’ambiente e della modernizzazione dell’Italia? – si chiede Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, che ha diffuso la notizia – Attraverso la tassazione degli impianti del fotovoltaico si infligge un durissimo colpo ad un settore che già è stato messo in ginocchio dalle politiche contro le energie rinnovabili».

Lo scandalo, spiega Bonelli, è che mentre i pannelli solari vengono tartassati dal fisco, un trattamento opposto viene riservato «alle centrali a carbone, termoelettriche, acciaierie e a tutte le industrie a impatto pesante sull’ambiente».

 

Tasse sui pannelli solari, sgravi alle industrie pesantiAl paragrafo sulle centrali di produzione di energia e le stazioni elettriche, infatti, l’Agenzia delle entrate dichiara che «non sono più oggetto di stima le caldaie, le camere di combustione, le turbine, le pompe, i generatori di vapore a recupero, gli alternatori, i  condensatori, i compressori, le valvole, i silenziatori e i sistemi di regolazione dei fluidi in genere, i trasformatori e gli impianti di sezionamento, i catalizzatori e i captatori di polveri».

Restano invece inclusi nella stima catastale i pannelli fotovoltaici «che costituiscono struttura di copertura o di chiusura verticale delle costruzioni, come quelli integrati architettonicamente».

«Le autorità di governo – attacca ancora il portavoce dei Verdi – invece di favorire l’uso delle energie rinnovabili le caricano di tasse, mentre detassano quelle industrie che hanno una responsabilità nel disastro climatico in corso».

 

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Anche nei siti destinati alla raffinazione dei prodotti petroliferi, infatti, la circolare dispone che siano «esclusi dalla stima, ad esempio, i forni di preriscaldamento, le torri di raffinazione atmosferica o sotto vuoto, gli impianti  destinati ai processi di conversione (cracking) o di miglioramento della qualità dei prodotti della raffinazione (reforming, desolforazione, isomerizzazione, alchilazione, ecc.), nonché gli impianti per il trattamento dei fumi e delle acque».

«Perché questo regalo a chi inquina l’ambiente e il futuro degli italiani? – conclude Bonelli – Questa politica fiscale non consentirà mai di rilanciare l’economia, l’occupazione e la modernizzazione in Italia».