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Tasse sui pannelli solari importati: il Brasile dice sì, l’UE riflette

Tasse sui pannelli solari importati
Foto di Jacob Totolhua da Pixabay

Nuove misure protezionistiche sull’import fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – Supportare la produzione locale arginando lo strapotere cinese nel campo delle tecnologie verdi. Con questo obiettivo il Governo brasiliano ha approvato in questi giorni “nuove” tasse su turbine eoliche e pannelli solari importati. La misura, voluta dal Comitato Esecutivo di Gestione della Camera di Commercio Estero (Gecex-Camex), dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2024 e rimanere attiva fino al 2017 con modalità differenti per eolico e solare.

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Le tasse del Brasile sui pannelli solari importati

Sull’import fotovoltaico, infatti, non si tratta di aggiungere, quanto piuttosto di togliere. Gecex-Camex ha deciso, infatti, di porre fine alla riduzione delle tariffe di importazione dei moduli assemblati, dal momento che esiste una produzione interna nel paese, revocando anche una serie di sussidi fiscali sull’import. Pertanto, l’acquisto di pannelli solari dall’estero sarà nuovamente soggetto all’imposta 10,8% a partire dal prossimo anno, mentre la revoca degli incentivi sarà effettiva tra circa 2 mesi.

La produzione di apparecchiature per la produzione di energia solare è strategica per il Paese“, afferma il vicepresidente e ministro dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC) Geraldo Alckmin.Contribuisce alla nostra sicurezza energetica ed è in linea con il programma di transizione ecologica per un’economia a basse emissioni di carbonio”. Attualmente la nazione vanta una capacità fotovoltaica installata di 10,3 GW ma il 99% di tutti i pannelli solari utilizzati sono importati dalla Cina. E nel 2022, le importazioni hanno totalizzato 5 miliardi di dollari.

Per dare tempo al mercato di adattarsi alle nuove regole, Gecex ha anche stabilito quote di esenzione decrescenti fino al 2027. Ma anche deciso di estendere le misure protezionistiche al settore eolico. Dal 2025 in poi, tutte le turbine estere con una capacità uguale o inferiore a 7,5 MW saranno soggette a una tassa di importazione dell’11,2%. Ed eventuali esenzioni, per qualsiasi potenza, saranno concesse solo previa prova che non esiste una produzione nazionale equivalente.

Fotovoltaico, l’UE temporeggia

Anche nell’Unione Europea si è tornati a parlare di dazi e tasse sui pannelli solari importati dalla Cina, ma nel Vecchio Continente la questione è abbastanza divisoria. Per ora si tratta solo di indiscrezioni non confermate, generate all’indomani della decisione della Commissione europea di avviare un’indagine anti-sovvenzioni sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi. Ma per l’UE non si tratterebbe di una misura così eccezionale. Il Blocco ha imposto per la prima volta misure antidumping e antisovvenzioni per moduli, wafer e celle fotovoltaiche “made in China” nel 2013, estendendole fino a metà del 2018. Ai produttori cinesi era stato consentito di vendere i propri prodotti solari in Europa senza sovrattasse solo accettando a priori di non scendere sotto un certo prezzo minimo. 

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Oggi torna con insistenza la voce di una nuova indagine ma per il mercato europeo non c’è una posizione condivisa. In una dichiarazione congiunta, 433 aziende e associazioni hanno avvisato che nuove misure commerciali danneggerebbero il settore solare dell’UE a scapito della transizione energetica verde UE. L’European Solar Manufacturing Council (ESMC) chiede invece, con forza che Bruxelles prepari un quadro legislativo per salvaguardare le capacità produttive europee, comprese alcune misure di emergenza per prevenire i fallimenti aziendali, l’esclusione di prodotti fotovoltaici realizzati con il lavoro forzato e criteri ad hoc per riservare una parte del mercato ai prodotti nazionali.

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