La Casa Bianca pubblica la lista di Paesi che verranno dispensati dalle nuove misure doganali. Le esenzioni più importanti sono l'India, la Turchia, il Brasile e il Sud Africa
Il mercato si riorganizza dopo le nuove tariffe solari di Donald Trump
(Rinnovabili.it) – L’impatto sul mercato delle nuove tariffe solari USA, annunciato all’inizio della settimana dalla Casa Bianca (leggi anche Trump annuncia dazi per il fotovoltaico estero), potrebbe rivelarsi meno severa per il settore fotovoltaico americano di quanto prospettato in un primo momento. Gli analisti sono fiduciosi nell’escludere che i prezzi dei moduli e delle celle aumentino vertiginosamente, e le prossime mosse del mercato a livello globale potrebbero essere determinanti sul futuro del solare stelle e strisce. Uno degli elementi discriminanti consiste nella lista di Paesi che verranno esentati dalle nuove misure doganali. Il governo ha pubblicato sul registro federale i nomi degli oltre 80 Paesi che rientrano nel Generalized System of Preferences (GSP), letteralmente sistema di preferenze generalizzate: nazioni a cui non saranno applicate le tariffe del 30% perché attualmente rappresentano solo una piccola parte delle importazioni solari statunitensi. Le esenzioni più importanti riguardano, per motivi differenti, l’India e il Pakistan, ma nel documento rientrano anche Turchia, Brasile e Sud Africa.
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Le importazioni dalle nazioni GSP sono limitate al 3 per cento del totale per singolo Paese e al 9 per cento per tutti i Paesi messi insieme. Questi limiti sono tuttavia ben al di sotto dei reali flussi. Nel 2017, l’import fotovoltaico da questi Stati è risultato essere meno dell’1 per cento. Secondo i dati di GTM Research, l’India è tra le realtà in grado di trarre i maggiori benefici da questa situazione: lo scorso anno, le sue celle e moduli hanno coperto lo 0,1% dell’import USA e sono oggi quelle con più possibilità di crescita. Ciò potrebbe rappresentare un’opportunità significativa per Adani, che attualmente gestisce un impianto di produzione di pannelli da 1.2 gigawatt, rendendolo il più grande fabbricante di celle in silicio cristallino senza tariffe al mondo.
E importanti opportunità saranno anche quelle concesse ai produttori indiani ma di proprietà cinese, come Longi, Hareon Solar e GCL-Poly. Il made in China, infatti, ha da sempre le sue scappatoie. E fa sorridere che l’annuncio dei Paesi esentati arrivi poco prima dell’invito rivolto dal Pakistan – una delle nazioni dell’elenco GSP – alla cinese Trina Solar per creare una fabbrica di moduli fv nei suoi confini. Non solo: secondo l’Associated Press il primo ministro Shahid Khaqan Abbasi avrebbe anche offerto un sostegno governativo alla produzione degli incentivi fiscali.