Approvato un nuovo decreto per sanare i danni dei tagli retroattivi al FiT solare e assicurare un’equa transizione energetica
(Rinnovabili.it) – Una remunerazione garantita per oltre dieci anni agli sviluppatori fotovoltaici che non faranno causa al Governo spagnolo per i vecchi tagli retroattivi agli incentivi (feed-in-tariff, FiT). Questo il progetto di legge approvato da Madrid per proteggersi dall’eventualità di sborsare centinaia di milioni in processi persi.
Per far luce sulla questione bisogna compiere qualche passo indietro e precisamente al 2010, anno in cui l’ex-esecutivo Zapatero aveva deciso di ridurre le tariffe incentivanti concesse agli impianti solari. La misura, presentata come uno dei mezzi di contrasto alla allora crisi economica, colpiva retroattivamente anche chi aveva già realizzato centrali fotovoltaiche e quindi investito in progetti facendo affidamento su precisi ritorni economici. Il settore solare spagnolo subì una dura batosta, resa ancora più aspra dalle politiche anti autoconsumo fotovoltaico del successivo governo Rajoy.
Ma per gli investitori esisteva, ed esiste ancora, una “carta nella manica”: l’Energy Charter Treaty. Questo trattato, ratificato da quasi 50 paesi nel mondo – Italia compresa – permette alle aziende di citare in giudizio i governi di fronte a politiche ritenute lesive dei loro profitti (leggi anche Trattato sulla Carta dell’energia: così le multinazionali giocano a fare dio).
E così è stato, ottenendo una prima vittoria quest’anno. Il 12 marzo, infatti, un tribunale arbitrale ha dichiarato che il colosso statunitense NextEra Energy avesse diritto a un risarcimento per la chiusura della filiale spagnola nel 2016, a causa dei tagli retroattivi al FiT solare. La decisione dell’International Center for Settlement of Investment Dispute (ICSID) – parte del gruppo della Banca Mondiale – ha rilevato che la Spagna dovrebbe essere ritenuta responsabile per danni, pari al rendimento che NextEra avrebbe raccolto sui suoi investimenti in due impianti solari da 49,9 MW nella regione dell’Estremadura.
Un precedente importante che ha aperto la strada a decine di cause simili e che potrebbe costringere il governo spagnolo a sborsare quasi 300 milioni di euro in risarcimenti.
Per evitare di essere travolta da tali contenziosi, Madrid ha preparato un nuovo decreto che mira a “ripristinare la stabilità” per quelle aziende le cui attività furono sospese. Nel dettaglio, si prevede che fino al 2031, agli impianti in funzione da prima del 2013 verrà offerto un tasso di remunerazione fisso del 7,398%. Il provvedimento ha ottenuto il via libera lo scorso venerdì e prevede di ricompensare solo quelle aziende che rinunceranno alle cause legali in atto contro il Governo. Il decreto affronta anche la questione dell “equa transizione” energetica, elemento fondamentale vista la progressiva chiusa delle miniere di carbone nazionali. In base alle nuove norme, le decisioni in merito alle quali i progetti energetici sostituiranno la capacità progressiva includeranno criteri sociali e ambientali.
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