(Rinnovabili.it) – Quello che i Paesi europei hanno fatto sul fronte dell’energia solare in oltre un decennio, la Cina sta tentando di raggiungerlo in poco più di un paio di anni. E dopo la generosa spinta per lo sviluppo di grandi istallazioni fv, che ha reso la nazione numero uno per crescita annuale, anche la Repubblica Popolare ripensa al proprio feed-in-tariff per agli impianti solari. Secondo quanto comunicato dalla National Development and Reform Commission (NDRC), il governo cinese ha preparato un piano di tagli agli incentivi al fotovoltaico che accompagni la progressiva diminuzione dei costi della tecnologia.
A partire dai primi mesi del prossimo anno i nuovi progetti per lo sfruttamento dell’energia solare potrebbero veder ridurre le tariffe fino all’11%, un calo di 0,02-0,10 yuan / kWh (ovvero tra i 0.003 e i 0.02 dollari per kWh) per parchi fotovoltaici connessi alla rete. A subire le decurtazioni maggiori saranno soprattutto le grandi istallazioni situate nelle asciutte regioni occidentali, più calde e meno popolate rispetto al resto della nazione, sebbene il tasso non sarà così elevato da danneggiare in qualche modo il comparto.
I tagli, che erano stati già anticipati da Pechino nei mesi passati, sono oggi interpretati come un tentativo di mettere a fuoco la distribuzione solare su sistemi dalle dimensioni decisamente più contenute. “L’intenzione del governo centrale è ovvia, le future installazioni si avranno nelle province della Cina orientale, preferibilmente sotto forma di generazione distribuita,” spiega Frank Haugwitz, analista energetico che lavora nella Repubblica Popolare. Senza contare che in vista della futura scadenza, ci si aspetta un boom di richieste prima che l’attuale FiT sia rivisto e corretto: un boom tale da aiutare la Cina a non mancare l’ambizioso obiettivo fotovoltaico che si è posta.
Il Governo ha stabilito per il 2015 un target di ben 17.8 GW di potenza istallata, con un ulteriore quota di 5.3 GW da allacciare alla rete entro giugno 2016 in 14 province.